“Scuole belle”, Udir: risorse potevano essere convogliate sul fronte sicurezza. 42 mila plessi fuori norma e presidi rischiano carcere

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comunicato Udir -Il Governo continua a finanziare il progetto “Scuole Belle” voluto dal precedente esecutivo: la misura è contenuta nella Legge di Bilancio, il cui esame è iniziato oggi al Senato.

Nel testo – scrive oggi la rivista Orizzonte Scuola -, viene modificato l’articolo 64, del decreto-legge 24 aprile 2017, n. 50 convertito dalla legge 21 giugno 2017, n. 96, estendendo le disposizioni ivi previste anche ai mesi da gennaio a giugno 2018 dell’anno scolastico 2017/2018 e a tutto l’anno scolastico 2018/2019. La spesa complessiva sarà pari a 192 milioni di euro per il 2018 e 96 milioni di euro per il 2019.

L’associazione sindacale Udir reputa positivamente l’impegno dell’esecutivo, finalizzato al miglioramento delle strutture scolastiche: tuttavia, non può rilevare che quelle risorse potevano essere convogliate sul fronte della sicurezza. “Troppi dei 42mila plessi scolastici italiani – ricorda Marcello Pacifico, presidente nazionale Udir – risultano ancora non adeguati alle norme vigenti sulla sicurezza, privi delle relative certificazioni, e si tratta di mancanze che diventano gravissime laddove quelle scuole sono collocate in aree a rischio sismico. I nostri studenti e il personale tutto che opera nelle scuole meritano di essere accolti in strutture non esposti a rischi, di alcun genere: magari, nemmeno troppo belli, ma sicuramente sicuri”.

Lo stato di inadeguatezza dei nostri istituti è stato di recente sintetizzato nel 18° rapporto di Legambiente Ecoscuola, dal quale risulta che serviranno “ancora cinque generazioni di studenti” per avere “tutte le scuole d’Italia antisismiche e sicure”: necessiteranno, infatti, 113 anni per completare i lavori di messa in sicurezza dei 15.055 edifici scolastici che si trovano in zona sismica 1 e 2, cioè a rischio di terremoti fortissimi o forti. Ciò deriva dal fatto che oltre il 60% delle scuole oggi attive è stato costruito prima del 1976, anno di entrata in vigore delle norme antisismiche, approvate a seguito del terremoto del Friuli: il 43,8% necessita di interventi di manutenzione urgenti, appena il 12,3% degli edifici in area sismica risulta progettato o adeguato alle tecniche moderne di costruzione antisismica.

Alla luce di questa situazione allarmante, Udir ha realizzato uno studio sui 42.407 edifici scolastici censiti e sul loro obbligo delle dichiarazioni sulla classificazione del rischio sismico. Il dossier si aggiunge all’articolata proposta di modifica sul Testo unico sulla sicurezza e le responsabilità dei presidi, presentata qualche settimana fa durante l’Audizione svolta a Montecitorio alla presenza delle commissioni riunite Cultura e Lavoro: è assurdo, infatti, che un preside debba ritrovarsi in carcere mentre il proprietario dell’immobile scolastico sia, di fatto, esente o con ben più limitate responsabilità, sia civili che penali.

I temi verranno ripresi, tra molti altri, nei prossimi seminari sulle Tre R della Dirigenza. Rischi, responsabilità, retribuzioni: a Salerno il 10 novembre (invia la scheda di adesione  scarica il modulo rimborso), a Modena e Pisa. Inoltre, sul sito è possibile aggiornarsi sulle nuove tappe del seminario. I dirigenti interessati a partecipare possono chiedere informazioni all’indirizzo e-mail  [email protected]

31 ottobre 2017

Ufficio Stampa Anief

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