Scuola: sei meno meno ai nuovi Organi collegiali

Di Lalla
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Associazione Genitori A.Ge. Toscana – Dà da pensare la proposta di legge sul rinnovo degli Organi collegiali della scuola approvata dalla VII Commissione della Camera dei Deputati: un articolato a tratti poco chiaro, che non rispetta il principio generale della separazione dei poteri e limita gli spazi di confronto. In particolare come genitori segnaliamo l’abolizione del rappresentante di classe e il rifiuto di prevedere quei momenti di formazione che si sono dimostrati indispensabili per garantire efficacia all’azione dei genitori nella scuola.

Associazione Genitori A.Ge. Toscana – Dà da pensare la proposta di legge sul rinnovo degli Organi collegiali della scuola approvata dalla VII Commissione della Camera dei Deputati: un articolato a tratti poco chiaro, che non rispetta il principio generale della separazione dei poteri e limita gli spazi di confronto. In particolare come genitori segnaliamo l’abolizione del rappresentante di classe e il rifiuto di prevedere quei momenti di formazione che si sono dimostrati indispensabili per garantire efficacia all’azione dei genitori nella scuola.

Nella proposta di legge si persegue il falso obiettivo di un’autonomia costituita da un farraginoso sistema elettorale, diverso scuola per scuola e che sarà solo lavoro in più per le già ingorgate segreterie, invece di garantire finanziamenti certi e sufficienti, che sono il vero motore dell’autonomia.

Bisogna ammettere che il testo approvato dalla VII Commissione cultura della Camera è un po’ migliorato rispetto alla stesura originaria: se non altro non si parla più di consiglio di indirizzo ma di Consiglio dell’autonomia (e poi perché questo vizio italico di cambiare i nomi? non è meglio Consiglio d’Istituto?); inoltre il Presidente è un genitore e non il dirigente scolastico, ma tante magagne restano comunque immutate. Come è possibile togliere all’organo politico per eccellenza, il Consiglio dell’Autonomia, la competenza a fissare i criteri per il Piano dell’offerta formativa? E poi per darli a un organo tecnico come il Collegio dei docenti! Questi signori forse non conoscono i principi che reggono la legislazione italiana?

Come genitori ci soddisfa fino a un certo punto che "Il Consiglio dei docenti ai fini dell’elaborazione del piano dell’offerta formativa, mantiene un collegamento costante con gli organi che esprimono le posizioni degli alunni, dei genitori e della comunità locale" e che "L’attività didattica di ogni classe è programmata e attuata dai docenti". Non era forse più chiaro ed efficace il dispositivo del Testo unico della scuola (DPR 297/94)? Noi genitori abbiamo pieno titolo ad essere parti attive e a sedere all’interno del Consiglio di classe. Invece qui si sembra riecheggiare quel Direttore Generale che, di fronte a una platea di 150 genitori ben
motivati, esprimeva senza pudore il concetto che gli Organi collegiali sono morti da tempo e che per i genitori è sufficiente una buona informazione.

A chi non sa che il rappresentante di classe costituisce il filtro attivo del dialogo scuola famiglia e che proprio lui è l’elemento catalizzatore affinché intorno a ogni classe si crei una ‘comunità educante’, garanzia certa di un percorso scolastico ricco e gratificante per i nostri figli, certo non si può spiegarlo a parole. Si potrà forse dire che chi rappresenta gli interessi della Nazione dovrebbe legiferare nel senso di uno sviluppo delle migliori pratiche e non certo tagliando quei rami apparentemente secchi perché finora non hanno trovato le condizioni di esercizio necessarie.

Anche gli spazi assembleari non sono più previsti; che dire poi della formazione? Come Forum delle Associazioni dei Genitori della Toscana l’abbiamo chiesta ripetutamente a gran voce. Se i Decreti delegati del 1974 sono falliti è stato proprio per mancanza di formazione: una lacuna colpevole, perché già da dieci anni esistono i Forum dei Genitori e mai sono stati studiati e messi a sistema gli ottimi risultati in termine di partecipazione raggiunti localmente. Eppure è stato dimostrato che i genitori formati riescono a vivere consapevolmente il loro ruolo all’interno degli organi collegiali; chiedono e si sforzano di capire, fanno proposte e mettono risorse a disposizione. Certo sono un po’ fastidiosi, pretendono il rispetto delle regole, informano gli altri genitori.

Che dire poi di questi membri esterni, in numero non superiore a due sui 9-13 consiglieri previsti: chi saranno? Persone volenterose tirate obtorto collo all’interno della scuola per vedere di fargli scucire i famosi 5.000 euro e più di cui parla la proposta di legge? Oppure aziende che, con la forza del dio denaro, asserviranno a sé le povere scuole (le quali in Toscana nel 2011 hanno ricevuto in media dallo Stato ben euro 13.050 per il funzionamento amministrativo e didattico)? Una cosa è certa: se in 40 anni la gran parte dei genitori non è stata capace di apprendere le norme che regolano la scuola -e sì che lì c’erano i loro figlioli- chiaro come il sole che questi signori si porteranno appresso le loro idee precostituite su come la scuola dovrebbe essere e il dialogo morirà fanciullo.

In ultimo ci meraviglia il Ministro Profumo, che sosteneva giustamente che di leggi in Italia ne abbiamo fin troppe e che basta oliare quelle: che ce ne facciamo di un simile pout pourri, quando bastava armonizzare il Testo unico della scuola con il Regolamento dell’autonomia e quello contabile e fare un po’ di formazione? senza spesa, tramite le Associazioni.

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