A scuola l’insegnante è il primo ad imparare. Lettera

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Gianni Mereghetti Insegnante – oggi in classe ho avvertito di essere su una vertigine, mi sono chiesto dove stia portando questi ragazzi e queste ragazze, è l’osservazione di uno di loro che mi ha interrogato, “che strano quello che stiamo facendo!”.

E’ vero, è strano, e che sia strano non è questo a dargli valore, ma che vi sia uno di loro che avverta che non sta seguendo le mie immagini bensì sta scoprendo il fascino del proprio essere e dell’essere degli altri.

La mia è una didattica per nulla nuova, ha le sue radici immerse nella storia dell’uomo, è la didattica dell’incontro, una didattica che appartiene alla natura dell’uomo, ma che oggi appare strana perchè è stata tradita da modalità di far scuola che partono da ciò che si immagina vero, bello e buono e non da ciò che lo è. Per questo bisogna tornare alle origini del far scuola, che l’insegnante è il primo ad imparare, che insegnando si impara.

Questo oggi appare strano, ma è l’unica modalità di far scuola che fa entrare in classe l’umano, che insegnare sia incontrare, che studiare sia incontrare!

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