Scuola inclusiva, attendiamo i primi “provvedimenti costituzionali”

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Inviato da Gianfranco Scialpi – inclusiva, formalmente esiste, sostanzialmente è stata compromessa. Attendiamo i provvedimenti che permetteranno all’istituzione formativa di “rientrare nella Costituzione”

Ministro Bussetti, ottima partenza, ma…

Il governo ha iniziato a muoversi! Bene e coerentemente con il Contratto di governo che prevede l’abolizione della chiamata diretta. Si legge nel contrattoUn altro dei fallimenti della c.d. “Buona Scuola” è stato determinato dalla possibilità della “chiamata diretta” dei docenti da parte del dirigente scolastico. Intendiamo superare questo strumento tanto inutile quanto dannoso” .
Non si comprende la meraviglia dell’on. Malpezzi, che presenta uno scenario tutto da certificare. Dichiara, infatti, il deputato ” Dispiace che il primo atto del governo sia stato quello di cancellare non già la chiamata diretta che non è mai esistita ma la chiamata per competenze che era uno strumento importante più nelle mani dei docenti che dei dirigenti per scegliere la scuola più adatta alle proprie competenze professionali. Inoltre, la chiamata per competenze era anche un modo per offrire agli studenti docenti motivati e non quelli assegnati attraverso una graduatoria ”
Ribadisco, la partenza è ottima! Ha un solo limite: non costa nulla all’erario!

La scuola inclusiva, questa sarà la vera partita!

La vera partita si giocherà, quando il governo proverà a far “rientrare la scuola nella Costituzione” con provvedimenti che comporteranno dei costi economici. Mi riferisco all’abrogazione delle classi pollaio, al ripristino delle compresenze e del tempo pieno nella scuola primaria. Provvedimenti voluti dal governo Berlusconi (2009) e confermati dai quelli seguenti che hanno certificato l’entrata a “gamba tesa” del finanzcapitalismo (L. Gallino), allergico a spendere per la scuola.
Solo questo “ritorno alla Costituzione” (” È compito della Repubblica…” “La scuola è aperta a tutti”) sostanzierà la parte del  contratto di governo che recita” Una scuola che funzioni realmente ha bisogno di strumenti efficaci che assicurino e garantiscano l’inclusione per tutti gli alunni, con maggiore attenzione a coloro che presentano disabilità più o meno gravi, ai quali va garantito lo stesso insegnante per l’intero ciclo. Una scuola inclusiva è, inoltre, una scuola in grado di limitare la dispersione scolastica che in alcune regioni raggiunge percentuali non più accettabili. A tutti gli studenti deve essere consentito l’accesso agli studi, nel rispetto del principio di uguaglianza di tutti i cittadini.”
Se l’attuale governo deciderà di riaffermare il primato della “scuola della Costituzione”, allora sarà possibile affermare il “#cambioverso” annunciato da Renzi, ma rimasto lettera morta!

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