Sciopero della fame a Palermo

Di Lalla
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Silvia Bisagna – Il mondo dei lavoratori precari della scuola sta vivendo, ancora una volta, una stagione drammatica. In Sicilia, al taglio di 4200 posti di lavoro l’anno scorso, si aggiunge l’ulteriore taglio di circa 5000 posti.

Silvia Bisagna – Il mondo dei lavoratori precari della scuola sta vivendo, ancora una volta, una stagione drammatica. In Sicilia, al taglio di 4200 posti di lavoro l’anno scorso, si aggiunge l’ulteriore taglio di circa 5000 posti.

Si comprende bene che ad ogni unità lavorativa corrisponde una famiglia, troppo spesso monoreddito, che si trova a non avere più quell’unico introito che consentiva il mantenimento di una minima dignità di vita.

Il malcontento di tanti padri e madri di famiglia siciliani che devono affrontare le contingenze quotidiane (dal mutuo, alle bollette, alla spesa alimentare) senza più alcun reddito per soddisfare tali necessità primarie, sfocia nell’esasperazione data anche dalla sordità delle istituzioni a tre anni di proteste e richieste di equità.
Non trascuriamo, infatti, le discrepanze in atto tra i lavoratori del sud (falcidiati) e quelli del nord (maggiormente tutelati).

Tale esasperazione ha condotto, ieri 16 agosto, ad un ennesimo presidio in via Praga, a Palermo, ove si trovano l’ufficio scolastico provinciale ed una sede dell’ufficio scolastico regionale, ed alla proclamazione da parte di un docente, Salvatore Altadonna, e di un collaboratore scolastico, Pietro di Grusa, dello sciopero della fame, volto ad ottenere degli incontri utili a salvaguardare il
diritto al lavoro e alla dignità di ciascuno di quelle migliaia precari che per anni ed anni hanno portato avanti, con la loro opera precaria e preziosa, la Scuola Pubblica Italiana.

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