Sciopero degli scrutini, l’ultima carta di Cobas e precari scuola

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APCOM – A meno di un mese dal termine dell’anno scolastico, i sindacati di base ed i coordinamenti dei precari rimangono fermi nell’intenzione di praticare lo sciopero degli scrutini per protestare contro i tagli di oltre 40mila posti (25.558 docenti e 15mila Ata): la conferma di adottare la forma protesta estrema, non prevista dalla legge se non per i primi due giorni di scrutini, è giunta dall’assemblea nazionale dai Cobas.

APCOM – A meno di un mese dal termine dell’anno scolastico, i sindacati di base ed i coordinamenti dei precari rimangono fermi nell’intenzione di praticare lo sciopero degli scrutini per protestare contro i tagli di oltre 40mila posti (25.558 docenti e 15mila Ata): la conferma di adottare la forma protesta estrema, non prevista dalla legge se non per i primi due giorni di scrutini, è giunta dall’assemblea nazionale dai Cobas.

Secondo il portavoce nazionale, Piero Bernocchi, "la lotta deve culminare in una fine di anno scolastico fortemente ‘movimentata’". Per i Cobas, ma anche per le associazioni che tutelano il personale non di ruolo, ad iniziare dai Comitati precari scuola, il blocco degli scrutini rappresenta l’ultima vera possibilità per attrarre l’attenzione dell’opinione pubblica sul licenziamento di decine di migliaia di supplenti.

Bernocchi definisce la seconda tornata di tagli, dopo quella dello scorso anno scolastico, una vera "mattanza di posti di lavoro" che starebbe passando quasi inosservata: "nel settore industriale, ad esempio il licenziamento da settembre di 41 mila operai per una ipotetica chiusura di tutti gli stabilimenti Fiat in Italia e di tutti i petrolchimici, scatenerebbe, e giustamente, il finimondo". "Persino i sindacati passivi e la sedicente ‘opposizione’ di centrosinistra – continua – sarebbero costretti a reagire: mentre l’annunciata eliminazione di 41 mila docenti ed Ata lascia tutti costoro, figuranti solo nel teatrino del più vacuo antiberlusconismo, silenziosi e complici".

L’azione di disturbo del sindacato dovrà tuttavia fare i conti con la legge antisciopero n. 146 del 1990, la quale blocca sul nascere qualsiasi tentativo di sciopero permanente o a oltranza: nel testo è, infatti, esplicitamente vietato per i docenti della scuola attuare più di due giornate consecutive di sciopero.

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