Scienze dell’educazione L19 per insegnare nei nidi, critiche al nuovo corso di laurea

WhatsApp
Telegram

Inviato da Alessandro Prisciandaro – Come associazione maggiormente rappresentativa dei Pedagogisti e degli Educatori Italiani, l’APEI non può assistere passivamente di fronte allo smembramento del proprio Corso di Laurea:

a seguito del D.Lgs. 65/17 che, in attuazione della Legge 107/15 (Buona Scuola), istituisce il “Sistema integrato di educazione e istruzione dalla nascita fino a sei anni” si è previsto che a decorrere dall’anno scolastico 2019/2020 il titolo di accesso per i posti da educatore nei servizi per l’infanzia sia la laurea triennale L19 Scienze dell’educazione e della formazione a indirizzo specifico per l’infanzia.

In attuazione di tale D.Lgs, il 9 maggio 2018 con il D.M. n. 378, nonostante i pareri contrari del CUN (Consiglio Universitario Nazional) e le diverse obiezioni dello stesso Consiglio superiore della pubblica istruzione, il MIUR procede con l’istituzione, di fatto, di una nuova qualifica, quella di “Educatore dei servizi educativi per l’infanzia” che può essere conseguita solo la laurea L19 ad indirizzo specifico per l’infanzia.

Ciò comporta che dal prossimo anno accademico le università dovranno istituire il nuovo indirizzo (contenente 55 CFU specifici, con laboratori e tirocinio obbligatorio nei nidi) sdoppiando di fatto il Corso di Laurea L19. Infatti, coloro i quali sceglieranno la L19 tradizionale, al termine del percorso di studi avranno la qualifica di “Educatore professionale socio-pedagogico” (ai sensi della L. 205/2017) ma si vedranno ESCLSUSI dalla possibilità di lavorare nei nidi e in tutti i servizi per lo 0-3, mentre coloro che conseguiranno la L19 ad indirizzo specifico godranno di doppia qualifica poiché, a quella di Educatore professionale socio pedagogico, si aggiungerà quella di “Educatori per i servizi educativi per l’infanzia”.

Ciò sta già comportando la creazione di un indirizzo specifico fortemente incentrato sull’infanzia che però risulta estremamente carente per quanto riguarda tutti gli altri ambiti lavorativi; di contro, l’Educatore professionale socio-pedagogico viene privato, sia in relazione ai contenuti disciplinari e formativi, sia relativamente agli sbocchi occupazionali, dell’importantissima sfera relativa alla prima infanzia.

Come APEI riteniamo che la formazione specifica dell’educatore dei servizi per l’infanzia, debba essere prevista e ricompresa nel piano accademico del CdL L19 -Scienze dell’Educazione e della Formazione- senza ulteriori specificazioni, così che (come sancito dalla legge 205/2017) l’Educatore professionale socio-pedagogico possa occuparsi a pieno titolo dell’educazione di tutte le età della vita, a partire dalla prima infanzia. Dal punto di vista scientifico ed epistemologico, infatti, appare privo di qualsiasi fondamento formare un educatore socio-pedagogico non abilitato a lavorare anche nell’ambito della prima infanzia che ne costituisce la base formativa perché, come direbbe Maria Montessori, è lì che si “costruisce l’Uomo”.

Pertanto chiediamo al Ministro della pubblica Istruzione di intervenire con urgenza modificando il D.Lgs. 65/2017 e il relativo D.M. 378/2018 eliminando l’indirizzo specifico per l’infanzia e ricomprendendo i CFU necessari all’interno del regolare Corso di Laurea L19.

WhatsApp
Telegram

Abilitazione docenti 60, 30 e 36 CFU. Decreti pubblicati, come si accede? Webinar informativo Eurosofia venerdì 26 aprile