“Sbloccare” i docenti assunti tramite DM 631. Lettera

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Inviato da Luca Gallo- E’ palese che i docenti assunti tramite DM 631 hanno subito un torto, alcuni infatti sono stati costretti ad accettare come primo incarico delle sedi spesso lontane anche 200-300 km dalla propria residenza, essendo la graduatoria regionale.

A distanza di due anni da quella nomina molti posti si stanno liberando, per via dei pensionamenti, ma il decreto su citato obbliga tali docenti a rimanere per 5 anni sulla sede di prima assegnazione.

Tutto questo riguarda del personale ABILITATO con una media anagrafica vicina ai 50 anni, bisogna concedere la mobilità almeno all’interno della regione di appartenenza della graduatoria di riferimento, un insegnante per svolgere al meglio il proprio lavoro deve essere sereno e presente, dopo tanti anni passati come precari, abilitazioni e concorsi, la politica non può continuare a chiedere sacrifici in nome della continuità didattica, calpestando il diritto alla famiglia e alla stabilità, altrimenti è come essere ancora precari.

Pochi trasferimenti si sa non portano voti, ma l’ingiustizia e la disparità di trattamento rimane, questi docenti hanno dato tantissimo alla scuola e alla società, è il momento di restituirgli qualcosa in cambio, ovvero il sacrosanto diritto sulla soglia dei 50 anni di poter scegliere una sede lavorativa più comoda all’interno della propria provincia di residenza. Non chiediamo posti che non ci sono, soltanto di poter partecipare alla mobilità 2020, ovvero prima delle assunzioni previste per settembre 2020 per via dei nuovi concorsi, altrimenti tornare a casa diventerà praticamente impossibile con un danno incalcolabile per le proprie finanze, per la stabilità familiare, e non ultimo per la qualità del proprio insegnamento.

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