Sbagliato concorso non selettivo per diplomati magistrali. Parla una laureanda in Sfp

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No a un colloquio farsa per accontentare solo chi protesta contro le sentenze.

Non si attenua lo scontro interno ai docenti fra i maestri con il diploma magistrale conseguito entro il 2002, interessati dalla sentenza del Consiglio di Stato del dicembre 2017, e le laureate in Scienza della Formazione Primaria. 

La guerra fra categorie

A tornare sull’argomento è stata proprio una laureanda che ha scritto una lettera aperta al ministro Bussetti e al Governatore Zaia, pubblicata sul Corriere del Veneto.

La laureanda rivendica la necessità di un concorso serio per selezionare maestre preparate e punta il dito su chi non accetta le sentenze.

Nella lettera, si ricostruisce con dovizia di particolari tutta la vicenda ormai nota. La sentenza del dicembre 2017 del Consiglio di Stato in seduta plenaria stabilisce che i suddetti maestri tornino in seconda fascia.

Secondo la laureanda si tratta “di maestre che in prevalenza hanno più di 40-45 anni e che ora, per ambire ad un posto stabile, in base alla sentenza, dovrebbero mettersi alla prova con un vero concorso come peraltro dovrò fare io, nonostante una selettiva ammissione ad una facoltà a numero chiuso e nonostante il valore abilitante della laurea. Perdono, infatti, la possibilità di uno scorrimento automatico della graduatoria con passaggio in ruolo“.

Errori grammaticali e troppo diffusi

A sostegno della sua richiesta, cita il commento di un docente del Miur che all’indomani dell’ultimo concorso del 2016 per maestri in Veneto, aveva detto: «Ci hanno colpito soprattutto gli errori grammaticali. Erano troppi, troppo banali e troppo diffusi……, stiamo parlando di errori che molto spesso vengono corretti anche ai bambini delle scuole elementari, le stesse in cui queste maestre sarebbero dovute andare ad insegnare. Le elementari sono il momento in cui i bambini iniziano a imparare i fondamentali, in cui mettono le basi per la conoscenza successiva. La grammatica che servirà loro per tutta la vita si impara in quegli anni. Una maestra elementare come fa a insegnare se fa errori così».

Poi arriva alle conclusioni: una critica aperta al concorso non selettivo. Chi non riesce a superare i concorsi – è il pensiero della laureanda – dovrebbe rimettersi a studiare. Se “lo stato ritiene di sostenere queste persone, spesso non più giovani, con politiche di sostegno , lo faccia in modo diverso attraverso interventi di reinserimento lavorativo senza forzare un loro ingresso nei ruoli con il rischio che l’unica stabilizzazione possa essere quella delle incompetenze che solo un normale concorso potrebbe accertare“.

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