Rovigo, alcuni docenti precari presto saranno disoccupati

Di Lalla
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Alcuni precari del Polesine – Siamo centinaia, forse migliaia di docenti della scuola dalla primaria alla secondaria di primo e secondo grado della provincia di Rovigo, che stanno vivendo un disagio profondo e ormai protratto nel tempo e destinato a durare ancora a lungo, forse fino ad agosto-settembre 2011, anche se battute finali di questa lenta “morte del cigno” sono state suonate in Parlamento proprio ieri, 5 maggio … se sindacati, Miur e soprattutto, governo, non fanno marcia indietro.

Alcuni precari del Polesine – Siamo centinaia, forse migliaia di docenti della scuola dalla primaria alla secondaria di primo e secondo grado della provincia di Rovigo, che stanno vivendo un disagio profondo e ormai protratto nel tempo e destinato a durare ancora a lungo, forse fino ad agosto-settembre 2011, anche se battute finali di questa lenta “morte del cigno” sono state suonate in Parlamento proprio ieri, 5 maggio … se sindacati, Miur e soprattutto, governo, non fanno marcia indietro.

Questo nostro malessere è causato dalla prossima riapertura, per il biennio 2011-13, delle “Graduatorie provinciali ad esaurimento”, che, come definisce l’aggettivo” sono e dovrebbero essere “ad esaurimento” (il condizionale in Italia è sempre d’obbligo), quindi create per assicurare, a quanti si erano inseriti entro i termini prestabiliti, il tanto sospirato posto di ruolo all’interno di una provincia, scelta dopo tanti ripensamenti, sacrifici e, per essere materialistici, diciamocela tutta, onerose spese.

Il problema ora deriva dalla nuova apertura che il Ministro dell’Istruzione Gelmini, e di quanto ieri hanno approvato il testo del decreto sullo “Sviluppo economico”, vuol fare della precedente graduatoria, quella “ad esaurimento”, istituita con la legge del 27/12/2006 n 296, art. 1, comma 605, lettera c, comma 607. Se questo venisse attuato, come è stato stabilito ieri, qualsiasi insegnante di qualsiasi provincia d’Italia vi si può inserire (la “Graduatoria provinciale ad esaurimento” e chissà se verrà ancora chiamata così!!!), superando chi vi è ormai iscritto da numerosi anni se non, è vergognoso dirlo (non per i docenti ma per chi applica asettici tagli), da decenni. Non stiamo parlando di una o due persone che passerebbero davanti, ma di decine e decine in realtà piccola come quella di Belluno, Aosta, Gorizia, Arezzo, Rovigo.

Già, Rovigo, da sempre soggetta ai tagli molto più di altre province. Che peso ha la provincia di Rovigo sperduta fra il cielo e il mare di quel Polesine, che ancora molti non sanno dove si trovi? Chi mai contesterà se vengono fatti più tagli che altrove? Chi si accorgerà dell’esiguo numero del personale docente e ATA, che devono ricoprire le più svariate esigenze del mondo della scuola? Chi si renderà conto che i tecnici di laboratorio stanno diventando delle “mosche bianche” in via d’estinzione? Che ne sarà di tutte quei docenti che da Nord a Sud hanno fatto delle precise quanto sofferte scelte? Prova di questi tagli assurdi quanto illogici è la mancata immissione in ruolo in certe classi di concorso di fronte a decine di pensionamenti, immissioni in ruolo nell’anno 2009-10 di un solo “miracolato” nelle superiori (sostegno escluso) per tutte le classi di concorso nell’intera provincia di Rovigo e ancora di docenti titolari che si trovano ad essere in esubero nell’organico in dotazione e costretti a peregrinare fra più istituti da Rovigo a Porto Tolle, da Lendinara a Porto Viro come se queste località fosse vicine.

Nessuno di noi mette in dubbio il sacrosanto diritto di lavorare e contribuire alle già magre risorse familiari. Riteniamo però INGIUSTO che persone in attesa da anni, anzi decenni, e che progressivamente hanno visto la loro posizione in graduatoria avanzare col miraggio del ruolo, si vedano poi retrocessi di decine e decine di posti con la riapertura delle graduatorie e l’inserimento di ulteriori ingressi. Questo significa che dal settembre del 2011 centinaia se non migliaia di insegnanti che abitano e vivono a Rovigo e provincia, ma questo accade anche nel resto del Centro-Nord, si troveranno disoccupati, non potendo provvedere ai bisogni dei propri cari, figuriamoci a pagare tasse e mutui! Ricordiamo a chi di dovere che siamo padri e madri con figli, figli in affido e disabili e, a volte, dobbiamo prenderci cura di genitori in critiche condizioni di salute. Facciamo presente poi che il problema non è solo nostro, ma di tutta la società, perché la scuola perderebbe in continuità didattica e resterebbe priva di quella pluralità di esperienze di centinaia e migliaia di docenti che con le loro competenze, le passioni e il carisma, l’impegno e la disponibilità di tempo contribuiscono a valorizzare educazione, istruzione e formazione dei nostri ragazzi e non solo.

Siamo di fronte alla morte annunciata di un precariato già decennale, che non può attendere altri 10-20 anni perché scorrano le graduatorie, dando prima il posto ai NUOVI arrivati con punteggi davvero discutibili e non controllati.

In questo clima di attesa (se non di fibrillazione), che può essere tuttavia risolto, se le istituzioni politiche lo vogliono, noi precari della provincia di Rovigo chiediamo l’aggiornamento delle attuali “Graduatorie provinciali ad esaurimento” senza nessuna apertura o istituzione di qualche nuova graduatoria anche con l’inclusione a pettine e/o a coda e un accurato controllo dei punti nei confronti di chi chiede l’aggiornamento. Ricordiamo ancora, a chi ha creato l“’inserimento a pettine”, che la legge 296/2006 e il Ddg del 16 marzo 2007, votati e appoggiati da tutti i partiti, sono ancora validi, pertanto andrebbe incontro all’ennesima serie di ricorsi, questa volta di portata biblica e non di qualche migliaio di ricorrenti.

Questo perché le persone, in primis, sono persone e vogliono essere trattate come tali e non come dei burattini di legno, che accettano supinamente qualsiasi decisione che cala dall’alto come una fredda scure. Ci si chiede poi di insegnare, fra le infinite cose in poco tempo, la coerenza, e noi per coscienza e per deontologia professionale la insegniamo, ma pretendiamo pure che anche gli altri si comportino nei nostri confronti con coerenza. Quindi se con la legge 296/2006 e il Ddg del 16 marzo 2007 sono state create le graduatorie ad esaurimento, che tali rimangano. E finiamola, chiudiamo questo triste capitolo della storia della scuola italiana ed avviamoci a ricostruirla, perché quello che è stato perso è fin troppo e a pagarne sono stati studenti, famiglie, docenti e la società in generale.

La scuola fra tagli, classi pollaio e il nuovo inserimento a pettine: morte annunciata dei valori e dell’esperienza di migliaia di precari, quindi di una parte della scuola stessa.

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