La rivoluzione culturale contro la violenza sulle donne deve partire dalla scuola

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Red – Questa mattina a Palazzo Madama è stato presentato il disegno di legge per il contrasto alla violenza sulle donne e al femminicidio, di cui è cofirmataria la senatrice del Pd Rosa Maria Di Giorgi e prime firmatarie la senatrice Francesca Puglisi e la deputata Daniela Sbrollini.

La De Giorgi ha detto: "È essenziale lavorare su prevenzione, su normativa e su tutela delle vittime, ma se non si investe sulle nuove generazioni e su una diversa cultura che rifugga le discriminazioni di genere, saremo perdenti.

Red – Questa mattina a Palazzo Madama è stato presentato il disegno di legge per il contrasto alla violenza sulle donne e al femminicidio, di cui è cofirmataria la senatrice del Pd Rosa Maria Di Giorgi e prime firmatarie la senatrice Francesca Puglisi e la deputata Daniela Sbrollini.

La De Giorgi ha detto: "È essenziale lavorare su prevenzione, su normativa e su tutela delle vittime, ma se non si investe sulle nuove generazioni e su una diversa cultura che rifugga le discriminazioni di genere, saremo perdenti.

I dati forniti dalle forze dell’ordine, rappresentate in conferenza stampa dal colonnello dei carabinieri, Stefano Manzi – spiega Di Giorgi – sono agghiaccianti. Si parla di 157 donne effettivamente uccise, ma il numero che meglio rappresenta il drammatico fenomeno è quello dei tentativi di omicidio che, nel complesso, sono stati 412. Per 255 volte una donna si è salvata solo per caso, restando magari ferita, sfigurata o storpiata. Si comprende bene come non siamo di fronte a eventi occasionali, ma a un vero e proprio dramma sociale, un fenomeno che trasforma la figura femminile in vittima designata di una concezione malata di machismo. Servono misure immediate, che possono nascere dalla prevenzione, dalle campagne di informazione e sensibilizzazione, così come da un inasprimento delle pene e da un sistema che riesca a garantire tutele più efficaci delle vittime. Ratifichiamo e diamo esecuzione alla Convenzione di Istanbul, investiamo su progetti contro le discriminazioni di genere che coinvolgano la scuola e sulla creazione di strutture antiviolenza, così carenti in Italia: solo così – conclude Di Giorgi – potremo definirci una nazione civile.

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