Rivoluzione bolscevica, ecco perché va ricordata. Lettera

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iniviato da Gianni Mereghetti – Carissimo direttore, nessuno più celebra la Rivoluzione bolscevica, le grandi parate che per modo di dire abbellivano lo scenario del Cremlino sono ormai immagini di repertorio, vi è una intesa tacita per non ricordare ciò che di fatto è crollato rumorosamente con il disfacimento del muro di Berlino.

Meglio non ricordare, né in bene né in male, meglio far finta di nulla, questo è l’accordo preso che io non voglio sottoscrivere, io voglio ricordare quei giorni di ottobre del 1917! Voglio ricordare e cercare di capire ciò che ancora c’è da capire della Rivoluzione, voglio ricordare per intercettare quello che ha da dire la presa del Palazzo d’inverno di Stalingrado, voglio ricordare insegnando quelle giornate che hanno segnato un secolo di storia.

Sempre più pare evidente che più di rivoluzione quella fu la realizzazione di un progetto elaborato dai professionisti della politica, una sfida questa quanto mai attuale, noi oggi dobbiamo decidere, se realizzare dei progetti che riteniamo giusti oppure se costruire un popolo. La prima strada è la pretesa dell’uomo di dominare la storia, di piegarla alle proprie idee, la seconda invece è seguire ciò che la storia indica, è questa la vera rivoluzione, lasciare a ciò che la realtà suggerisce il compito di tracciare il cammino per il bene di tutti.

Per questo bisogna ricordare la Rivoluzione Bolscevica, per interrogarci oggi su come realizzare i cambiamenti cui urge il tempo presente.

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