Ritorno in classe, Fusacchia: a scuola il 1° settembre. Ecco come

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Il deputato Alessandro Fusacchia, nel corso dell’intervista rilasciata a Orizzonte Scuola, ha parlato anche della riapertura delle scuole. Fusacchia, con altri deputati, ha presentato una risoluzione per chiedere il ritorno in classe già il 1° settembre.

Sulle linee guida, Fusacchia è chiaro: “Diciamo che con la scuola non è mai troppo presto per programmare. Le linee guida hanno un buon impianto, perché valorizzano l’autonomia scolastica. Del resto, se non c’erano due scuole uguali prima del Covid-19, figuriamoci adesso: per trovare soluzioni su misura non si può rinunciare alla flessibilità. Detto questo, il ministero deve fornire subito tutti gli strumenti e le risorse che servono, altrimenti l’autonomia rischia di trasformarsi in abbandono”.

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E poi: “Abbiamo ancora in testa il miliardo in più promesso dal presidente Conte venerdì scorso, ma ricordo che il decreto Rilancio ha già stanziato un primo miliardo per la riapertura. La ministra Azzolina lo impegni subito e trasferisca risorse per venire incontro ai diversi bisogni delle scuole”.

Per Fusacchia sono due gli aspetti da non sottovalutare: “Prima di tutto servono deroghe e un’indicazione chiara ai dirigenti scolastici che potranno usare i margini di manovra concessi. Anche qui, serve un’ordinanza subito.
Successivamente il ministero deve accompagnare le scuole nel processo di maggiore autonomia. Non basta neppure, infatti, dare più risorse e deroghe, perché non tutti i dirigenti e gli insegnanti sono capaci allo stesso modo. Il ministero deve farsi garante che siano proprio le scuole con più difficoltà ad essere quelle maggiormente assistite”.

Per quanto riguarda, invece, la risoluzione parlamentare presentata, Fusacchia ribadisce: “Non mi convince l’argomento che dal primo settembre si riparta per chi deve recuperare e che tutti gli altri comincino solo due settimane dopo. Fa intendere che ci siano studentesse e studenti che dopo mesi di lockdown non hanno bisogno di “recuperare” nulla! Ma abbiamo capito che c’è un disagio sociale, psicologico ed emotivo diffuso che riguarda milioni di giovani? Come e quando ce ne facciamo carico? Ho capito da interlocuzioni informali che il Ministero non ritiene ci siano i tempi tecnici per completare le procedure di immissione in ruolo per poter riaprire il primo settembre. Chiediamo allora che si studino forme per cui il più alto numero di ragazze e ragazzi venga nuovamente preso in carico dalla comunità scolastica il prima possibile”.

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