Ritorno in classe, appello delle federazioni sportive: no a palestre come aule scolastiche

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Le federazioni italiane di pallavolo, pallacanestro e pallamano chiedono alla ministra dell’Istruzione, Lucia Azzolina, che le palestre degli istituti scolastici non vengano utilizzate per attività diverse da quelle sportive.

“Chiediamo alla ministra dell’Istruzione Azzolina che faccia una norma precisa che escluda le palestre dall’attività non sportiva”.

Questo è l’appello del presidente della Fip, Gianni Petrucci, in occasione di una conferenza congiunta con i presidenti della Fipav Cattaneo e della Figh Loria, sulla possibile ripartenza degli sport di contatto e nello specifico intervenendo sul “dramma delle palestre scolastiche”, che oggi non possono essere utilizzate dalle tante società sportive sul territorio.

Petrucci si riferisce al rischio che le palestre possano essere utilizzate,
come si vocifera, come luoghi per la didattica o altro utilizzo diverso da quello strettamente sportivo. “La ministra ha il potere di fare questa norma”.

Lo sport italiano corre il rischio di un grande depauperamento: c’è molta preoccupazione, i giorni passano e non abbiamo risposte, rischiamo di mandare al macero il lavoro di tanti anni e tante persone”, afferma Cattaneo.

Cosa dicono le linee guida del Ministero dell’Istruzione

Il Ministero dell’Istruzione, con le linee guida emanate a fine giugno, chiede alle scuole, qualora sia possibile, di trovare spazi alternativi dove svolgere le lezioni. Fra questi spazi nuovi si parla di cortili e palestre scolastiche da utilizzare come aule.

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Il problema, mica tanto nascosto, è che venga sacrificata l’attività fisica. Allo stesso modo, però, sembra improbabile sacrificare l’educazione fisica per altre materie che significherebbe, tra le altre cose, mettere a serio rischio l’attività di tante società sportive dilettantesche. A settembre, però, la situazione continuerebbe ad essere d’emergenza e non sono esclusi scenari differenti da quelli attuali.

Su questo è intervenuto anche il presidente del Coni, Giovanni Malagò: “Un dramma vero. I quattro quinti delle associazioni sportive non hanno un palazzetto, una palestra in concessione, ma svolgono attività in strutture scolastici fuori dalle ore didattiche. Volley, basket e pallamano sono notevolmente colpite da questa situazione. È sacro che ci sia spazio per le necessità delle classi, ma non si può fare a danno dell’attività motoria”.

Il presidente del Coni poi sottolinea: “Ci siamo sempre occupati della scuola pur non avendo deleghe o norme statutarie. Sono molto dispiaciuto che in tutto questo periodo ci si sia occupati di fare tante altre cose ma nessuno si è occupato di sistemare un problema atavico, il rapporto tra sport e scuola è la madre di tutte le battaglie. C’era la priorità di farlo, invece di andarsi a occupare di cose che prima funzionavano e ora sono in un limbo prima dei decreti. Un problema spaventoso. C’è rischio di perdere un pezzo di generazione, adesso c’è anche l’alibi e diventa tutto più complicato”.

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