Risposta di un Dirigente Scolastico di Napoli al documento CPS Napoli

Di Lalla
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red – Riceviamo la lettera del dirigente scolastico Eugenio Tipaldi, in risposta al Comitato precari Scuola di Napoli che ha inviato una lettera ai dirigenti scolastici della provincia. La lettera è indirizzata a Brunello Arborio, che ha postato il documento dei colleghi precari in redazione.

red – Riceviamo la lettera del dirigente scolastico Eugenio Tipaldi, in risposta al Comitato precari Scuola di Napoli che ha inviato una lettera ai dirigenti scolastici della provincia. La lettera è indirizzata a Brunello Arborio, che ha postato il documento dei colleghi precari in redazione.

"Sarebbe grave se nessun preside rispondesse alla sua pubblica lettera ai dirigenti scolastici, allora sì che mi preoccuperei per lo stato della nostra democrazia. Sono un dirigente scolastico di un istituto comprensivo di Napoli e provo a rsponderle.Non mi sento asservito al potere, soffro quanto Lei dei tagli che vengono fatti alla scuola pubblica, mentre i politici non si tagliano i loro stipendi.Ma la poltica dell’egualtarismo fin qui sostenuta dai sindacati nella scuola non è giusta; e ritengo ciò non per una visione mercantilista della scuola, come Lei dice. Ma perché non si può mettere sullo stesso piano chi lavora e chi no, chi è puntuale e chi è ritardatario, chi è bravo a svolgere i suoi compiti e chi non è adatto a fare il mestiere di docente.

Proprio perchè stimo molto il ruolo dell’insegnante (formatore della coscienza civica delle nuove generazioni),bisognerebbe selezionare meglio sin dall’inizio chi si avvia a svolgere il ruolo di educatore.
Il docente deve essere non solo conoscitore profondo della propria disciplina,ma competente sul piano dei rapporti umani con gli alunni: deve saperli coinvolgere, deve saperli controllare (non mi fraintenda) nel senso di motivarli allo studio.

Un preside sa chi sono i buoni e i cattivi insegnanti; e non mi scandalizzo, anzi auspico, che si possano premiare i migliori.Certo la valutazione della carriera va fatta con criteri oggettivi: i risultati degli apprendimenti degli alunni, la gestione della classe, la partecipazione ai corsi di aggiornamento, la capacità di saper lavorare in gruppo, la puntualità, la presenza (e non le continue assenze), la professionalità.

Perché ritiene la rendicontazione sociale tanto odiosa? Un servizio pubblico deve offrirsi alla valutazione degli utenti.Capisco che questi termini possano non piacerle, ma essi non sono né di destra né di sinistra:fanno parte di un’evoluzione in positivo della Pubblica Amministrazione, cominciata da Bassanini per finire a Brunetta. Di quest’evoluzione, come cittadini dobbiamo essere contenti: finalmente la
semplificazione, la qualità e il gradimento del servizio pubblico cominciano a essere presi in considerazione.

Anche la scuola deve migliorarsi, certo non con la politica dei tagli. Ma le considerazioni politiche le faccio come cittadino e non come dirigente, come funzionario devo eseguire la legge."

La lettera ai presidi del CPS Napoli

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