Risolta la situazione degli educatori laureati in Scienze dell’educazione e Pedagogia impiegati nei presìdi e servizi socio sanitari

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Comunicato APEI Associazione Italiana degli Educatori : risolta definitivamente la situazione degli educatori laureati in Scienze dell’ Educazione  e Pedagogia impiegati nei presìdi e nei servizi socio-sanitari. 

l’APEI, Associazione Pedagogisti ed Educatori Italiani maggiormente rappresentativa, ringrazia Camera e Senato per aver risolto con il comma 275 della legge finanziaria, la problematica riguardante la situazione in cui migliaia di laureati in Scienze dell’Educazione sono venuti a trovarsi in seguito al Decreto Legge che abilita alla professione di Educatore Professionale esclusivamente coloro che si laureano presso la facoltà di medicina. (Decreto 520/98)

A causa di tale Decreto e di una sua non corretta interpretazione, migliaia di educatori di Scienze dell’Educazione, rischiavano di essere licenziati o di non vedersi rinnovato il contratto precario di lavoro o l’incarico e di essere esclusi dai concorsi di area sanitaria inoltre, con il decreto lorenzin, vedevano la loro posizioni all’interno di strutture private convenzionate con le ASL sempre più a rischio, anche a causa di una pressante campagna di iscrizione obbligatoria per tutti all’ALBO degli Educatori Professionali, in cui molto furbescamente non si precisava se EP Sanitari o EP Sociopedagogici. Oggi festeggiamo la fine di una condizione di subalternità professionale e scientifica e la definitiva separazione dall’omonimo EP Sanitario, per la definitiva prevalenza della Pedagogia non nostro lavoro. Senza nulla togliere agli EP Sanitari che continueranno a fare il loro lavoro.

Stiamo parlando di professionisti presenti nei servizi sanitari da decenni, che lavoravano spesso sottopagati nei servizi sanitari, ma dove hanno portato contributi fondamentali e su cui il servizio sanitario ha investito per molti anni, con risorse economiche scadenti per retribuirli, anni in cui questi professionisti hanno accresciuto le proprie esperienze e competenze e hanno fatto crescere i servizi stessi.

Alcuni di loro hanno iniziato a collaborare con i servizi sanitari ancora prima del DM 520/98. Molti ancora prima che venissero istituiti i corsi di laurea per educatore professionale sotto la facoltà di medicina. Altri prima che vi fossero i primi laureati in tale corso di laurea. Inoltre in tantissime regioni italiane il corso di laurea per EP Sanitari non sono presenti, per tanto nei servizi delle varie aziende sanitarie locali, si è sempre provveduto a coprire il ruolo di educatore con i laureati scienze dell’educazione e con ottimi risultati.

Va sottolineato che gli educatori di scienze dell’educazione conformemente al DLgs 502/92 Art. 3-octies hanno sempre operato nel socio sanitario. Inoltre nella stessa normativa regionale che definisce le norme di  accreditamento delle strutture convenzionate dice che la figura abilitata è “l’educatore”.

A proposito della definizione di educatore, il decreto Ministeriale del 16 marzo 2007 definisce in tale modo gli ambiti di sbocco professionale dei laureati in scienze dell’educazione (Classe L-19): Sbocchi occupazionali previsti dai corsi di laurea sono in attività di educatore e animatore socio-educativo nelle strutture pubbliche e private che gestiscono e/o erogano servizi sociali e socio-sanitari (residenziali, domiciliari, territoriali) previsti dalla legge 328/2000 e riguardanti famiglie, minori, anziani, soggetti detenuti nelle carceri, stranieri, nomadi, e servizi culturali, ricreativi, sportivi (centri di aggregazione giovanile, biblioteche, mediateche, ludoteche, musei, ecc.) nonché servizi di educazione ambientale (parchi, ecomusei, agenzie per l’ambiente, ecc.); sbocchi occupazionali sono anche in attività professionali come formatore, istruttore o tutor nei servizi di formazione professionale e continua, pubblici, privati e del privato sociale, nelle imprese e nelle associazioni di categoria; come educatori nei nidi e nelle comunità infantili, nei servizi di sostegno alla genitorialità, nelle strutture prescolastiche, scolastiche ed extrascolastiche, e nei servizi educativi per l’infanzia e per la preadolescenza.

IL PRESIDENTE NAZIONALE

PED. A. Prisciandaro

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