Il Rinnovo del contratto pubblico:priorita’assoluta. Lettera

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Preside lascia la scuola

Inviato da Michele Orabona – Ormai gli italiani perbene,hanno tutti compreso senza ombra di dubbio,che questo governo screiterato,ha fatto, in questi anni di renzismo oscurantista,gli interessi di tutti(banche e lobbi) tranne che dei lavoratori onesti.

Questo governo di individui de-eticizzati,servi dei poteri forti, ha solo distribuito in modo clientelare in malo modo e in mala fede,miliardi di euri a destra e a manca miliardi elargiti alle cooperative sedicenti pro- immigrati e alle banche il cui discutibile salvataggio,ha favorito spudoratamente i manager e i banchieri invece di mandarli in galera dal momento che hanno rovinato migliaia di famiglie e risparmiatori mandandoli in mezzo a una strada.

Questa è l’Italia,un paradosso grottesco e inquietante. Invece quando si tratta della sanità pubblica e della scuola statale,assistiamo alla solita litania,ci viene propinato indegnamente il solito copione squallido:i ministri all’unisono sornioni e a gran voce ripetono.”per voi non ci sono risorse”.A Gentiloni, Padoan ,Fedeli, chiediamo perentoriamente e con fermezza di rinnovare il contratto ai pubblici dipendenti senza esitare,gli stipendi dei pubblici dipendenti sono al limite della sopravvivenza,bisogna adeguare gli stipendi all’inflazione e al costo della vita,e ripristinare immediatamente la vacanza contrattuale,un governo che ignora e maltratta i docenti e i pubblici dipendenti non e’ degno di considerazione. L’ossatura di una societa’ civile si basa sul servizio pubblico,sull’erogazione dei servizi necessari che uno Stato deve garantire per tutelare i diritti dei cittadini, diritti sanciti dalla Costituzione.

Il buon andamento e il corretto funzionamento della cosa pubblica con le sue ramificazioni dei servizi a tutela di tutti rappresentano e sono l’espressione di una civilta’ giuridicamente evoluta i cui attori attivi principali sono appunto i pubblici dipendenti senza i quali i servizi non esisterebbero. Percio’ lo Stato non puo’ e non deve mortificare la dignita’ dei suoi dipendenti,docenti inclusi che rappresentano lo scheletro intrinseco e ontologico della societa’ civile.

L’Italia riparte solo se si investe seriamente nel settore pubblico,con un rinnovo del contratto degno e serio,e non con mancette e marchette inaccettabili. Siamo stufi di assistere e di subire solo ingiustizie sociali che hanno creato solo un clima di incertezza e di prostrazione. Il governo deve assumersi da ora in poi, le sue responsabilita’ morali e civili e le conseguenze nefaste in caso di scelte scriteriate.

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