Rinnovo del contratto degli insegnanti: ricapitoliamo. Lettera

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Inviata da Maurizio Basile – A proposito dell’imminente rinnovo contrattuale degli insegnanti, ieri ho letto che due deputati del Movimento 5 Stelle hanno dichiarato che “…siamo alla vigilia di una grande occasione per dare il
giusto riconoscimento e maggiore dignità a chi svolge uno dei mestieri più belli e fondamentali: quello di formare i nostri figli e accompagnarli nella loro crescita…”(Fonte Orizzonte Scuola 17.02.2020).

Sull’onda del rinnovo contrattuale siglato per i Dirigenti scolastici dal precedente Ministro Bussetti (Lega; Governo Giallo-Verde), che ha attribuito loro per il triennio 2016-18 un aumento mensile lordo di € 900 (!), apparirebbe plausibile pensare che i toni trionfalistici usati dai parlamentari (che appartengono a un Movimento che, in occasione delle ultime elezioni politiche, ha intercettato il voto di tanti Docenti ma, ahimè, non anche le loro istanze economiche) sia da attribuirsi alla portata della cifra in ballo, che forse -penso- sarà epocale, come per i Dirigenti scolastici.
Invece, no!

Infatti, una dichiarazione del Ministro Azzolina (Movimento 5 Stelle; Governo Giallo-Rosso) mi riporta alla solita e ben triste realtà: ”A breve partiranno i tavoli politici per il rinnovo del contratto e per le abilitazioni. Servono risorse per gli stipendi e dal taglio del cuneo fiscale arriveranno in
media 68 euro netti al mese a docente, sia precario sia di ruolo. Tra questo e il rinnovo avremo più di mezzo milione di docenti con oltre 100 euro netti in più al mese” (Fonte Orizzonte Scuola 17.02.2020).

Siamo alle solite. Neanche il Movimento 5 Stelle ha avuto il coraggio politico di invertire una rotta tristemente collaudata e percorsa da tutti i precedenti Governi.

Nonostante l’amarezza del tradimento perpetrato da una forza politica che diceva di essere vicina al mondo della scuola, constato però con piacere almeno un dato: i maggiori sindacati di categoria
stanno evidenziando in queste ore che: “…Il taglio del cuneo fiscale è una misura di equità sociale che riguarda tutti i lavoratori: nel caso specifico della scuola, peraltro, non tutti potranno beneficiarne. Il Contratto ha un altro scopo: è finalizzato, da un lato, a recuperare la perdita del
potere d’acquisto delle retribuzioni, dall’altro a riconoscere l’impegno professionale di tutti i dipendenti. Sommare impropriamente i benefici del taglio del cuneo fiscale agli aumenti del Ccnl significa giocare con la realtà dei fatti. Il punto è che finora i fondi stanziati per gli aumenti contrattuali nel triennio 2019/2021 comportano un aumento di 80 euro medi mensili lordi, elemento perequativo compreso. Come si può sostenere che si tratti di aumenti dignitosi per una categoria su cui grava la responsabilità di formare le future generazioni, che tutti riconoscono di importanza fondamentale per il futuro del Paese, ma che continua ad essere schiacciata e pervicacemente tenuta, sul piano stipendiale, sulla dimensione di un lavoro impiegatizio, peraltro ai livelli iniziali?…” (Fonte Orizzonte Scuola 17.02.2020).

Ma questo era l’impegno preso dal Presidente del Consiglio Conte il quale, nel mese di aprile u.s. con le organizzazioni sindacali di categoria, aveva garantito il suo personale impegno e quello di tutto il Governo di allineare gradualmente le retribuzioni dei docenti italiani a quelle dei colleghi
europei?

Questo è il massimo dello sforzo possibile dopo le benevole parole del Santo Padre e quelle del Capo dello Stato (ai quali giunga il mio più sincero grazie), dopo le parole della Unione europea, dopo 10 anni di mancato rinnovo contrattuale, dopo il mancato riconoscimento dell’anno 2013 ai fini della
progressione economica, dopo gli innumerevoli studi e confronti tra le retribuzioni europee degli insegnanti? (Stendo un pietoso velo di silenzio sui dati pubblicati quattro giorni addietro da Eurispes, di cui non ha parlato nessuno, neanche quei parlamentari che si candidano al Sud e che dal Sud
vengono delegati a rappresentarlo).

Il taglio del cuneo fiscale è una cosa, il rinnovo contrattuale è un’altra cosa. Per favore non prendeteci in giro! Invece, e purtroppo, sono consapevole che sta per essere proiettato per l’ennesima volta il solito “film”, condito con le solite retoriche espressioni del tipo “…missionari…”, “…eroi…”,
“…indispensabili per la crescita dei nostri figli…”, etc. E’ solo una questione di giorni… Allora, non potendo impedirlo, per favore Vi chiedo almeno di non fare tanto clamore. Firmate tutti beatamente l’ennesimo miserrimo contratto, con buona pace di tutti, e chiudiamola lì. Almeno lasciateci fare il nostro lavoro con serenità. Noi sappiamo bene cosa fare per il bene dei nostri ragazzi, lo facciamo da sempre. A loro, oltre ai contenuti delle nostre discipline, abbiamo trasmesso -e tuttora trasmettiamo- gli stessi valori che abbiamo insegnato ai nostri figli. Nonostante la reiterazione di certi comportamenti in nostro danno, noi nel lavoro profondiamo ogni giorno sempre e comunque tutte le nostre migliori energie e, nonostante i quotidiani messaggi diseducativi e distorti che giungono ai nostri ragazzi anche da un certo tipo di dannosa televisione, noi resistiamo tenacemente a loro difesa cercando di prepararli alla vita e rappresentando per loro tante volte la “differenza”.

Un’ultima preghiera. Non ricordateci sempre che le nostre retribuzioni sono tra le più basse d’Europa: noi lo sappiamo già e non abbiamo bisogno che qualcuno ce lo ripeta come un mantra, fingendo di preoccuparsene. Noi, fieramente, con quelle retribuzioni tiriamo su le nostre famiglie e
mandiamo anche i nostri figli all’Università! Grazie.

P.S.
Un sincero grazie di cuore alla scrittrice Dacia Maraini per le belle parole rivolte agli insegnanti (Fonte Orizzonte Scuola 18.02.2020).

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