Riforma. Scrima, Renzi ha scuola contro e ricatta Parlamento con assunzioni. Le modifiche non bastano: no albi, soluzione GI e ATA

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Alla vigilia dello sciopero di domani, Francesco Scrima, segretario della CISL scuola, fa il punto della situazione con noi di OrizzonteScuola. Si aspetta un'altissima adesione allo sciopero e lancia strali contro il Governo che non ascolta il mondo della scuola.

Alla vigilia dello sciopero di domani, Francesco Scrima, segretario della CISL scuola, fa il punto della situazione con noi di OrizzonteScuola. Si aspetta un'altissima adesione allo sciopero e lancia strali contro il Governo che non ascolta il mondo della scuola.

Ieri Renzi è stato contestato a Bologna da un gruppo di docenti. Il premier ha legato ancora una volta il DDL alle assunzioni. C'è  un'atmosfera molto tesa attorno a questa riforma.

E' un ricatto stupido, lui non può ricattare con le assunzioni stravolgendo il sistema, come se dovesse fare chissà che cosa, come se fosse il primo a fare le assunzioni. Anche altri governi le hanno fatte, con Fioroni se ne sono fatte 82 mila, ma non ha sconvolto il sistema. Nessuno si è mai messo in testa di ricattare il Parlamento. Il problema nasce dall'inizio, quando il Capo del Governo pose come priorità la scuola, la risposta fu positiva da parte di tutti. Mettere tra le priorità la scuola, l'istruzione, significa mettere come priorità il futuro del paese. Tutto ciò è stato salutato positivamente. Dalle parole non sono passati ai fatti.

In realtà, le faccio notare che ai fatti ci sono passati.

Sì, ma in termini di coerenza, qual è stata la prima proposta? Era una proposta che secondo me si caratterizzava per due elementi: nessun progetto scuola, scarsa conoscenza della scuola reale. Cosa ancora più grave, molta superficialità, improvvisazione, autosufficienza e arroganza.

Sull'autosufficienza, anche qui, le devo far notare che qualche cambiamento al DDL è già stato fatto. Domenica il Parlamento ha approvato emendamenti che rilanciano lacollegialità per l'elaborazione del POF, ad esempio.

Ma è naturale. Innanzitutto, l'emendamento vuole che il piano triennale si può modificare di anno in anno. Ciò dimostra la difficoltà a programmare triennalmente, come voleva il testo originale, e che chi ha scritto la riforma non conosce il mondo della scuola. Inoltre, non si può delegare il POF solo al dirigente "sentito il Collegio docenti …" non sta nè in cielo nè in terra. Dentro il pof non c'è solo il quadro contestuale che può essere delegato al dirigente, ma tutta l'attività d'insegnamento. Come fa un dirigente ad elaborare un POF assumendosi responsabilità didattiche? Mettendo in discussione la libertà d'insegnamento. Ad esempio, un dirigente che proviene dalle fila dei docenti di educazione fisica può avere responsabilità didattica per Latino, Greco, Matematica, Fisica? Le ripeto, chi ha elaborato la riforma non conosce la scuola.

Eppure, ci sono docenti nella maggioranza che stanno lavorando alla riforma e che la scuola la conoscono

Ed io le rispondo che ci sono anche altri parlamentari che lavorano nella scuola e dicono che la riforma non sta né in cielo né in terra. Il problema è cosa vuole questo paese, cosa è in grado di dare alla scuola, visto che alla scuola si delega tutto. Qui abbiamo avuto un Capo del Governo che si è presentato affermando che chi lavora nella scuola deve essere orgoglioso e deve essere incentivato e ha proposto una prima stesura della riforma che toglieva gli scatti di anzianità, quando questi sono l'unico strumento che difende delle retribuzioni tra le più basse d'Europa. Dice, poi, di volere eliminare il precariato e assume solo i docenti delle Graduatorie ad esaurimento, quando tutti sanno che oltre alle Gae ci sono 76mila supplenti delle Graduatorie d'istituto che resteranno fuori, ma che lavorano nella scuola. Bastava informarsi, dietro i numeri ci sono le persone e adesso insieme alle illusioni si dovranno gestire le delusioni.

Cosa c'è d'altro che criticate?

Inizialmente le assunzioni erano 150mila, poi diventate 100mila. Prima erano inclusi anche gli idonei del concorso, poi eliminati. Mi pare che la confusione regni sovrana. Inoltre, c'è la norma che impedisce ai docenti precari con più di 36 mesi di servizio di lavorare, è una cosa vergognosa. Viola la sentenza della Corte di giustizia europea che chiede, dopo 36 mesi di servizio, che i docenti vengano assunti, no licenziati. L'unico diritto riconosciuto è quello al suicidio. E' un'offesa alla dignità delle persone. Inoltre, perché escludere gli ATA dalle stabilizzazioni? Sono passati da figli di un dio minore a senza dio: non si vuole riconoscere la fatica e il lavoro di questa categoria. Vengono tagliati gli assistenti amministrativi ma si permette ai dipendenti soprannumerari delle province di lavorare nelle scuole.

Una delle questioni più calde riguarda l'istituzione degli albi territoriali dai quali i dirigenti assumeranno i docenti. Un emendamento molto gettonato vorrebbe gli albi coincidere con reti di scuole e regole ferree per i dirigenti. Vi basta?

Non basta, perché  è l'impostazione che è sbagliata. L'autonomia non è che non ha funzionato per mancanza di poteri del dirigente, non ha funzionato perché non ci sono state le risorse economiche. Sono questi i problemi della scuola dell'autonomia. La riforma dimentica che la scuola è una comunità educativa, nella quale interagiscono diverse competenze e organismi: collegio docenti, consiglio d'istituto con genitori e studenti. Ci vuole gestione sinergica. Identificare la scuola con il dirigente è sbagliato.

Secondo quanto ha affermato il Ministro, i dirigenti che sbaglieranno pagheranno. Avranno incarichi triennali e torneranno in classe se la valutazione sarà negativa.

La scuola non ha bisogno di un amministratore delegato, la scuola così perde la sua anima. Se l 'obiettivo è mettere la scuola nel mercato della concorrenzialità, scegliere il personale migliore non basta. Dopo aver scelto gli nsegnanti mi scelgo anche gli alunni? E' il passo successivo.

Domani la scuola sciopera, che adesione vi aspettate?

Grande, sarà una grande mobilitazione. La scuola difende la scuola. Abbiamo ricevuto adesioni da parte di studenti e genitori. Quaranta associazioni hanno sottoscritto un documento.

Molti nostri utenti temono che il Governo continuerà senza prestare ascolto alla mobilitazione dei docenti e ci chiedono cosa accadrà dopo lo sciopero.

Intanto la  mobilitazione deve riuscire e ci auguriamo che sia più forte del 30 ottobre 2008, durante il governo Berlusconi. Poi, sulla base dei risultati, chiederemo un confronto e delle modifiche. Se non saremo ascoltati con gli altri sindacati decideremo le prossime iniziative. 

Renzi ha detto chiaramente che non lascerà la scuola nelle mani dei sindacati.

Renzi dice ciò perché si sta accorgendo che ha il mondo della scuola contro. Ha anche detto che rispetta lo sciopero, comprende che è un sacrificio. Ha avuto dimostrazione che i sindacati rappresentativi hanno ricevuto il 92% di consenso alle ultime elezioni RSU. Questa è democrazia, noi rappresentiamo democraticamente. Deve rispetto ai sindacati.

Il Ministro ha anche detto che i docenti protestano perché non hanno ben capito la riforma.

Abbiamo un Ministro che ha definito squadristi 50 persone che protestavano con dei cucchiai. Abbiamo una classe docente che non capisce niente? Quelli che ogni giorno producono la buona scuola?

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