Riforma, potenziamento e chiamata diretta sono stati un flop

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La Buona Scuola, dopo l’inizio del corrente anno scolastico, è sotto la “lente di ingrandimento” da più parti, al fine di evidenziare le disposizioni che non hanno avuto un riscontro positivo, ossia non sono servite a conseguire gli obiettivi prefissati. 

Abbiamo già riferito sul giudizio nettamente negativo di Andrea  Gavosto, direttore della Fondazione Giovanni Agnelli.

Come Gavosto, anche il giornalista de “Il Mattino – Salerno”, Gianluca Sollazzo, ha espresso un giudizio sulla riforma Renzi tutt’altro che positivo.

L’indagine di Sollazzo ha riguardato specificatamente la provincia di Salerno, ove:

  • 3328 docenti precari sono stati tagliati fuori dalle assunzioni;
  • 127 precari d’età superiore a 60 anni sono ancora in servizio;
  • l’algoritmo del Miur non permesso il rientro in provincia a 2 docenti che beneficiano della legge 104/92;
  • 130 supplenze su sostegno sono state attribuite a docenti senza titolo
  • necessitano 200 collaboratori scolastici (personale questo ignorato dalla Riforma).

Ai dati sopra riportati, bisogna aggiungere i numerosi contenziosi relativi alla mobilità straordinaria e alle conseguenze dell’algoritmo ministeriale.

Altri aspetti della riforma criticati da Sollazzo riguardano la chiamata diretta e il potenziamento.

La chiamata diretta non è stata effettuata dall’80% dei dirigenti, in quanto ritenuta inefficace per com’è stata disciplinata.

Il potenziamento, infine, non ha avuto efficacia a causa del fatto che i docenti inviati alle scuole non sono quelli richiesti e dei quali vi era la necessità.

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