Riforma. “pioggia di soldi” nello stipendio degli insegnanti

Di Lalla
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L'espressione è stata utilizzata da uno dei Ministri intervenuti all'incontro con i sindacati e riferita da Repubblica.it

L'espressione è stata utilizzata da uno dei Ministri intervenuti all'incontro con i sindacati e riferita da Repubblica.it

Uno dei capitoli del video – messaggio di Renzi e della lettera recapitata nella casella di posta degli insegnanti riguarda i soldi che gli stessi potranno guadagnare in più in seguito all'entrata in vigore del DDL Scuola.

Il premier lo sa, gli insegnanti sono poco pagati. Dice, nel videco, che si deve essere sinceri: gli insegnanti hanno perso l'autorevolezza sociale che avevano negli anni scorsi (e qui discorso sulla maestra del Premier), in parte è colpa dei nuovi genitori, che dà le colpe agli insegnanti. Però parte della responsabilità – secondo il Premier – è degli insegnanti.

E una delle soluzioni individuate per ridare prestigio alla categoria professionale è un investimento di risorse finanziarie.

Il dettaglio è spiegato nella lettera

"V. Diamo più soldi agli insegnanti. Ci sono 40 milioni di euro per la vostra formazione. A questi si devono aggiungere 500 euro netti a testa per la Carta del Professore: musica, libri, teatro, corsi per pagare ciò che ritenete utile per aiutarvi nella vostra crescita culturale. E ci sono 200 milioni di euro per il merito. Possiamo discutere sui criteri con cui applicare il merito, ma questi soldi non possono essere dati in parti uguali a tutti."

La Carta del Professore

Riteniamo che la Carta del Professore, effettivamente non rientri tra i motivi di contestazione del DDL Scuola, anche se i limiti dell'operazione non sono ancora definiti: si potrà scegliere liberamente quale musica ascoltare, a quale spettacolo assistere, quale corso scegliere, o si potrà scegliere all'interno di un range di offerte di aziende che avranno stipulato apposite convenzioni?

I soldi per il merito

"Non può valere il principio del "nessuno mi può giudicare" – afferma il Premier – bisogna accettare un criterio, il merito non è una parolaccia, i prof. che fanno bene il lavoro sono arrabbiati con i colleghi che non fanno bene il loro lavoro. Nel testo di oggi c'è un nucleo di valutazione che deciderà, ma il principio di fondo è dare più soldi a chi li merita"

Secondo uno dei Ministri intervenuti all'incontro del 12 maggio tra Governo e sindacati – si legge su Repubblica.it – "La verità è che ai sindacati interessa solo il contratto e non gli va giù che questa pioggia di soldi — 580 milioni all'anno — che diamo direttamente agli insegnanti, non passi attraverso la loro mediazione ». Tra gli euro che verranno caricati sulla “card” di ogni professoressa o maestra per l'aggiornamento culturale (500 all'anno) e quelli che saranno distribuiti in base al merito, «ci saranno 45 euro netti al mese in più in busta paga"

Va detto però che i soldi del merito non spetteranno a tutti (altrimenti tutto ciò non avrebbe senso), per cui i 45 euro di cui si parla potrebbero essere solo fittizi.

Sarà il nucleo di valutazione a stabilire le modalità di premialità

3. Il Comitato individua i criteri per la valorizzazione dei docenti sulla base:

a) della qualità dell'insegnamento e del contributo al miglioramento dell'istituzione scolastica;

b) dei risultati ottenuti dal docente o dal gruppo di docenti in relazione al potenziamento delle competenze degli alunni e dell'innovazione didattica e metodologica;

c) delle responsabilità assunte nel coordinamento organizzativo e didattico e nella formazione del personale.

Del comitato di valutazione, presieduto dal Dirigente Scolastico, faranno parte

a) due docenti dell'Istituzione scolastica;

b) due rappresentanti dei genitori, per la scuola dell'infanzia e il primo ciclo di istruzione; ovvero un rappresentante degli studenti e un rappresentante dei genitori, per il secondo ciclo di istruzione.

I sindacati non cedono

“Sulla questione dei soldi – afferma la Gilda – poi abbiamo ampiamente dimostrato che i 500 euro per la formazione e i 200ml per il merito sarebbero stati meglio impiegati per un contratto nazionale, che da 7 anni i docenti attendono." Le posizioni restano, quindi, inconciliabili.

 

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