Riforma Pa: licenziamenti più facili e altre novità

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Palazzo Madama ha dato il via libera alla riforma della Pubblica amministrazione voluta dal ministro Marianna Madia.

Palazzo Madama ha dato il via libera alla riforma della Pubblica amministrazione voluta dal ministro Marianna Madia.

Anche se il processo di revisione delle norme che regolano i rapporti di lavoro dei dipendenti della pubblica amministrazione è soltanto all’inizio, questa nuova legge delega rappresenta sicuramente il punto cardine affidando al governo 15 deleghe che devono essere adottate entro i prossimi 12 mesi.

I provvedimenti da mettere in atto toccano più o meno tutti gli ambiti della Pa dal riordino della dirigenza ai tagli alle Camere di Commercio, dalla digitalizzazione dei servizi al taglio alle prefetture. Riordinato anche il meccanismo di silenzio assenso tra le diverse amministrazioni ma allo stesso tempo vengono definiti anche dei limiti all’autotutela che mettono paletti ai poteri dello Stato per intervenire in sua difesa.




Licenziamenti più facili

In caso di azione disciplinare la pratica deve essere portata a termine obbligatoriamente non permettendo più, come accadeva in passato di lasciar cadere tutti in un nulla di fatto. Il portare a termine la pratica potrà, laddove necessario, concludersi, quindi, con il licenziamento per il dipendente che si è macchiato di cattiva condotta professionale anche se, grazie all’articolo 18, rimarrebbe l’obbligo di reintegro in caso di licenziamento senza giusto motivo. Il licenziamento più facile non è solo per i dipendenti pubblici ma anche per gli incarichi dirigenziali che non potranno più essere ricoperti senza preoccupazione di rimozione da essi. Per questi ultimi, infatti, è stato introdotto il criterio della valutazione che, se risultasse negativa lascerebbe al dirigente due strade: lasciare il lavoro nella pubblica amministrazione, oppure, in alternativa, accettare un demansionamento a funzionario restando alle dipendente della Pa.

Gli incarichi dirigenziali avranno, inoltre, una durata limitata nel tempo, non oltre i 4 anni, che in caso di necessità possono essere aumentati di ulteriori 2 anni ma soltanto per una volta.

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