Riforma. Maggioranza tranquillizza “ascolto continua”, sindacati su piede di guerra. Scende in campo anche Don Ciotti

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Ore calde quelle che stanno caratterizzando il mondo della scuola e la riforma che in questi giorni è in discussione al Parlamento. Don Ciotti "ascoltare grido d'allarme".

Ore calde quelle che stanno caratterizzando il mondo della scuola e la riforma che in questi giorni è in discussione al Parlamento. Don Ciotti "ascoltare grido d'allarme".

Insensibile la maggioranza parlamentare alle richieste dell'80% del personale della scuola che giorno 5 è sceso in piazza per protestare contro una riforma per la quale si chiede di rivedere alcuni punti essenziali, a partire dall'aumento dei poteri dei dirigenti.

Si è passati dalla mancanza di ascolto del mondo della scuola ad un falso ascolto, con i sindacati che ieri, a fine degli incontri con il quartier generale del PD, si sono detti insoddisfatti e che chiedono di essere ascoltati dal Governo. Questo, almeno, quanto scrivono in un comunicato pubblicato dalla nostra redazione.

A breve giro di boa, hanno risposto Matteo Orfini e Lorenzo Guerini, fedelissimi di Renzi. Il primo affermando la "volontà di lavorare insieme e di rendere il più condiviso possibile questo ddl di cui intendiamo mantener fermo l'impianto" e anticipando  "un pacchetto di emendamenti che interverranno su alcuni punti: ruolo del preside (accogliendo la richiesta che ci è arrivata di introdurre una maggiore collegialità); misure per contrastare le disuguaglianze (per fugare i timori di scuole di serie A e di serie B); le modalità di gestione del Fondo per il merito; l'eccesso di ricorso alle deleghe (ne resteranno 8)".

Stessa lunghezza d'onda per Guerini, "l'ascolto – ha detto – proseguirà nei prossimi giorni seguendo anche l'iter parlamentare del provvedimento".

A differenza dei sindacati, Guerini ha definito "positivo" il confronto di ieri. "E' servito – ha spiegato – anche per chiarire alcuni punti poco conosciuti, che peraltro già hanno trovato risposte in commissione alla Camera". "Il nostro interesse è quello di spiegare e ascoltare nell'interesse del miglioramento del provvedimento. C'è la possibilità – ha aggiunto – di affrontare le questioni di merito sospese".

Pare chiaro che il PD non ha alcuna intenzione di apportare grandi cambiamenti all'impianto della riforma e che si è seduto al tavolo del "dialogo" cercando di spiegare la riforma ai sindacati.

Scontente anche le associazioni che plaudono all'apertura del dialogo, ma non vedono all'orizonte delle modifiche sostanziali. Si tratta di 32 associazioni firmatarie dell'appello "La Scuola che cambia il Paese" (Agenquadri, Aimc, Arci, Auser, Cgd, Cgil, Cidi, Cisl, CISL Scuola, Edaforum, Exodus onlus, Fnism, Flc Cgil, Forum Terzo Settore, Irase, Irsef-Irfed, Legambiente, Legambiente Scuola e Formazione, Libera, Link – Coordinamento Universitario, MCE, Movimento Studenti di Azione Cattolica, Movimento di Impegno Educativo di Azione Cattolica, Proteo Fare Sapere, Rete della Conoscenza, Rete degli Studenti Medi, Rete29Aprile, Uciim, Udu, Unione degli Studenti, Uil, Uil Scuola).

"Dopo settimane di sollevazione unanime, totale e trasversale del mondo della scuola, il 5 maggio lo sciopero generale unitario del settore ha visto un'adesione larghissima di docenti e personale ATA, ma anche la grande partecipazione di studenti e genitori: tutto il mondo della scuola, unito, ha chiesto di cambiare davvero questa riforma. È una richiesta fortissima che non può essere ignorata e che, infatti, ha già prodotto delle aperture al confronto e prime, parziali e insufficienti, modifiche al testo del ddl", spiegano le associazioni in un comunicato. "Ma non bastano incontri tardivi e piccoli aggiustamenti per raccogliere la forte spinta al cambiamento lanciata dalle piazze del 5 maggio."

Don Ciotti, conosciuto per il suo grande impegno civile in aiuto dei tossicodipendenti, ha cercato, da canto suo, di spiegare alla maggioranza che "se da tutte le parti si alzano i toni, vuol dire che ci sono ragioni per cui bisogna confrontarsi".

"Gli insegnanti hanno una grande responsabilità – ha aggiunto – e devono essere messi in grado di svolgere la loro professione con più motivazione, forza e passione."

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