Riforma e innovazione tecnologica. I 22 istituti che faranno da traino

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Sono 22 gli istituti che, grazie al progetto “Avanguardie educative” faranno da traino alla scuola italiana verso il cambiamento e le innovazioni tecnologiche.

Sono 22 gli istituti che, grazie al progetto “Avanguardie educative” faranno da traino alla scuola italiana verso il cambiamento e le innovazioni tecnologiche.

La scuola del futuro, che oggi stanno sperimentando soltanto poche scuole pioniere grazie alla volontà di professori volenterosi e famiglie collaborative, cercherà di coinvolgere l’insegnamento e l’apprendimento di tutta Italia.

Il progetto “Avanguardie educative” è stato presentato dai 22 istituti al Salone dell’educazione di Genova ABCD+ Orientamenti con l’intento di avviare un cambiamento dal basso della scuola.

Elisabetta Mighini, dirigente dell’Area per la ricerca sull’Innovazione di Indire ha spiegato che si tratta di “Un movimento di innovazione che porta a sistema le esperienze più significative di trasformazione del modello organizzativo e didattico della scuola”.




L’insegnamento e le nuove generazioni

L’insegnamento che si basa soprattutto sulla lezione frontale non è adeguato alle nuove generazioni e neanche alla società tecnologica in cui viviamo; i ragazzi, sempre più immersi nella tecnologia che fornisce loro molteplici fonti di informazione, hanno bisogno di un’istruzione proposta con nuovi modelli. Secondo molti professori, infatti, la didattica somministrata attualmente agli studenti, soprattutto della scuola secondaria, non risponde più alle loro esigenze di sapere e alle loro capacità di apprendere. “Vogliamo ripensare dalle basi il modello di fare scuola, che in Italia è superato perché si fondava sulla società industriale. Ora è necessario adeguarsi a una società della conoscenza, dove i professori non devono più fare lezioni frontali e gli studenti devono essere attivi nell’apprendimento” spiega Elena Mosa, ricercatrice di Indire.

Il cambiamento parte, dunque dalle singole scuola, in particolare Licei scientifici e Istituti Tecnici sperimentali che grazie all’uso di Lim, registri elettronici, tablet, wi fi, piattaforme da cui scaricare appunti e approfondimenti alle lezioni, multimedialità in classe, hanno deciso di aprire le proprie aule alle innovazioni tecnologiche.

Le 22 scuole più innovative di Italia hanno il compito di fare da traino e istruire le altre scuole italiane sull’utilizzo delle tecnologie e su come impostare le lezioni, la didattica e l’insegnamento sulle esigenze rinnovate degli studenti.

Le innovazioni delle 22 scuole

I 22 istituti promotori del movimento delle Avanguardie educative, insieme all’Inidre e al MIUR,  non sono tutti partiti dalla stesso punto e non hanno tutti gli stessi obiettivi ma comunque sono impegnate in modelli didattici diversi dall’ordinario.

All’Istituto Savoia Benincasa di Ancona, per esempio, si è puntato sulle lezioni rovesciate: gli insegnanti assegnano un compito su cui gli studenti, tramite ricerca, lavorano a casa per discutere poi, a scuola, lavorando in gruppi e organizzando presentazioni per i compagni.

O , come nel caso dell’istituto Majorana di Brindisi, adottando lo “Spaced Learning”, l’insegnamento intervallato che prevede una pausa ogni 10 minuti di lezione.

All’Itts Alessandro Volta di Perugia si è scelto, invece, di preferire al posto delle classi tradizionali dei Dipartimenti Disciplinari che permettono agli studenti di muoversi all’interno della scuola per seguire le lezioni. Entrate, uscite e lezioni sono monitorati attraverso un badge che serve anche per le comunicazioni con le famiglie. “Con il progetto scuole 2.0 ci siamo dotati delle infrastrutture, ma poi abbiamo deciso di proseguire noi su questa strada, partecipando a bandi e coinvolgendo le famiglie. Gli alunni delle prime classi hanno tutti il tablet, sono stati i genitori a contribuire per comprarli, hanno creduto nel nostro progetto” spiega il vicepreside Francesco Vescarelli.

Il Liceo Scientifico Musicale Bertulucci, a Parma, ha scelto la strada dell’orario lungo, rimanendo aperto dalle ore 8 alle ore 20  fungendo anche da punto di aggregazione territoriale. “Vogliamo restituire alla scuola il ruolo di intellettuale sociale, per entrare in contatto con realtà del territorio che lavorano, trasformandole in prassi di cittadinanza attiva” chiarisce il dirigente Aluisi Tosolini “Nel movimento delle Avanguardie metteremo a disposizione delle altre scuole la nostra esperienza di lavoro con il territorio. Visto che la scuola dall’alto è irriformabile, è necessaria una riforma dal basso”.

La scuola elementare Baccio di Montelupo ha dotato tutti i suoi alunni di tablet mentre le scuole medie Guercino di Bologna hanno adottato Lim e registri elettronici.

Le iniziative sono tante e tutte diverse, in ogni caso volte a dare una spinta tecnologica all’insegnamento e all’apprendimento, come nel caso del progetto “Piccole scuole crescono” in cui un maestro virtuale, attraverso lezioni in videoconferenza, impartisce lezioni agli studenti delle 1400 scuole dei comuni montani che alle volte sono impossibilitati a frequentare ogni giorno la scuola.

Avanguardie educative: la rete di scuole hi tech

A spiegare le forti innovazioni didattiche sperimentate da queste scuole “apripista” è il Presidente dell’Indire Giovanni Biondi: “Con Avanguardie educative il nostro Istituto partecipa alla realizzazione della “Buona scuola” portando un contributo di qualità che si basa su concrete esperienze caratterizzate da forte innovazione didattica. Questa rete autocostituita di scuole innovative è aperta sia a tutte le altre realtà già attive sul fronte della sperimentazione didattica, ad esempio le scuole 2.0, sia alle scuole che vogliono iniziare questo percorso. L’obiettivo è individuare l’innovazione e diffonderla rendendola riproducibile in altre realtà che ne abbiano i presupposti”

Il manifesto programmatico delle Avanguardie educative può essere consultato sul sito dell’Indire, al movimento possono collegarsi tutte le scuole che abbiano come requisito almeno una delle proposte innovative rappresentate da spazi flessibili, flipped classroom, integrazione con supporti digitali dei libri di testo, uso di tecnologie Teal.

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