Riforma della rete scolastica, le regioni impugnano la finanziaria davanti alla Corte Costituzionale

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red – Secondo l’assessore della regione Emilia-Romagna, Bianchi: "L’organizzazione scolastica è competenza delle Regioni". Dello stesso avviso anche Puglia e Toscana che si sono rivolte alla Corte costituzionale contro le disposizioni contenute nella manovra finanziaria del Governo varata il 15 luglio scorso. Il Lazio delibera, invece, violando le rigide indicazioni della finanziaria.

red – Secondo l’assessore della regione Emilia-Romagna, Bianchi: "L’organizzazione scolastica è competenza delle Regioni". Dello stesso avviso anche Puglia e Toscana che si sono rivolte alla Corte costituzionale contro le disposizioni contenute nella manovra finanziaria del Governo varata il 15 luglio scorso. Il Lazio delibera, invece, violando le rigide indicazioni della finanziaria.

Chiamatela rivolta delle regioni, Lazio, Emilia-Romagna, Toscana e Puglia non ci stanno e rischiano di far saltare le norme sul ridimensionamento per incostituzionalità. Ciò che non è andato giù è la parte che riguarda l’organizzazione scolastica che impone la creazione di istituti scolastici comprensivi costituiti da un numero minimo di mille alunni, 500 nelle scuole di montagna.

Così, la regione Lazio ha deliberato, "interpretando", il testo della finanziaria che prevede la costituzione di istituti comprensivi "almeno mille alunni", modificato con "di norma mille alunni", che di fatto consentirebbe di formarne anche con minore popolazione scolastica.

La via giudiziaria è, invece, stata imboccata dalle altre regioni citate, come già ampiamente affrontato nella nostra sezione dedicata alle notizie regionali (Toscana fa ricorso alla CorteLa Regione Puglia ricorre a ConsultaRicorso della Regione Emilia-Romagna contro la Finanziaria).

Nonostante le scaramantiche affermazioni di Stella Targetti, vicepresidente di Regione Toscana con delega all’Istruzione, che ha riposto speranza nel ricorso, ma ha contemporaneamente invitato a prepararsi "al peggio", dubbi di costituzionalità della norma sono state espresse dallo stesso Chiappetta, Direttore generale del personale del MIUR, che in una comunicazione riservata invitava gli USR alla prudenza.

Esperienza ci insegna che se al MIUR hanno già dei dubbi, siamo già a metà dell’opera.

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