Riforma. Continua la protesta dei sindacati: giorno 18 e 19 presidio. Cobas chiedono blocco scrutini, Renzi cattivo maestro

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Flc Cgil, Cisl Scuola, Uil Scuola, Snals e Gilda, lunedì e martedì prossimi, in occasione del voto finale della riforma della scuola di giorno 20 hanno indetto presidio a piazza Montecitorio. Lo slogan della manifestazione: "Riformiamo la scuola, ma riformiamola insieme".

Flc Cgil, Cisl Scuola, Uil Scuola, Snals e Gilda, lunedì e martedì prossimi, in occasione del voto finale della riforma della scuola di giorno 20 hanno indetto presidio a piazza Montecitorio. Lo slogan della manifestazione: "Riformiamo la scuola, ma riformiamola insieme".

Il presidio sarà dalle ore 16.00, mentre in occasione della votazione finale di giorno 20 maggio dalle ore 9.00 ci sarà “una iniziativa pubblica e aperta a tutto il mondo della scuola e alla società civile, a microfono aperto con interventi a staffetta perché ognuno possa esprimere nei mille modi possibili che vogliamo difendere i principi fondamentali della scuola pubblica".

I COBAS da canto loro chiedono uno sciopero di tutti i sindacati per bloccare gli scrutini e una manifestazione domenica 7 giugno, come già anticipato alla nostra redazione. "Convochiamo – afferma Bernocchi – intanto, insieme, i due giorni di sciopero consentiti, i primi dopo la fine delle lezioni, articolati regionalmente. Poi, sulla base delle decisioni governative e delle volontà di docenti ed Ata, valuteremo se e come proseguire, sfidando eventuali precettazioni grazie ad un sostegno plebiscitario alla lotta".

Intervenendo a Radio Campus, Bernocchi ha commentato lo sciopero degli scrutini e i commenti del Garante degli scioperi circolati in questi giorni. "Al momento nessuno ha convocato nessuno sciopero. La commissione di garanzia, oltre a non avere voce in capitolo, non è in grado nemmeno di precettare. La commissione di garanzia deve prendere atto che non è vero che non si può scioperare durante gli scrutini, si può scioperare per due giorni di seguito senza toccare classi terminali. Se continui sono previste multe ma non precettazioni. Noi abbiamo fatto la seguente proposta agli altri sindacati: convochiamo lo sciopero i primi due giorni di scrutinio, quelli legittimi, e vediamo cosa succede. Se la popolazione scolastica ritiene di continuare nonostante le possibili sanzioni, sarà l’inizio del conflitto. Lo faremo, ed è una notizia ufficiale, solo se parte di un fronte compatto. Il 18 e 19 saremo a Montecitorio, vogliamo l’unità mostrata il 5 maggio”.

Su Renzi, “Il cattivo maestro Renzi è stato bocciato, se fossero altri tempi dovrebbe essere sottoposto alla sgradevole pratica di essere messo dietro alla lavagna e magari con le orecchie da asino. Renzi non ha detto come il preside padrone possa essere in grado di assumere, attingendo da albi triennali, insegnanti a livello territoriale di cui non sa niente o non può sapere niente. Ha dimenticato di dire che la tanta agognata alternanza scuola-lavoro già c’è ed è stata raddoppiata da 200 a 400 ore ed estesa pure ai licei. Laddove questo modello non si fondasse sulla qualità del tirocinio ma esclusivamente sulla possibilità per un’azienda di disporre di forza lavoro non qualificata, le ore di stage risulterebbero ore sottratte all’insegnamento e alla formazione dei ragazzi. La verità è questa, in Italia, a differenza del resto d’Europa, la scuola è considerata una spesa improduttiva”.
 
“Renzi e i suoi ministri sono in grado di portare avanti un’operazione fumosa, com’è quella della Buona scuola, finché non si sottopongono a contraddittorio. E’ il vecchio modello Berlusconi. Durante l’incontro li abbiamo completamente ridicolizzati. La povera Boschi si è giocata la carta che la madre è preside e, di conseguenza, i presidi sono tutti bravi. Per il resto non sapeva minimamente cosa rispondere. Io credo che questi incontri debbano essere aperti anche alla stampa, per far rendere conto come si muove la casta, secondo il principio del cane non mangia cane. I cobas sono arrivati, per un disguido burocratico, ad incontro iniziato: da una parte i ministri, dall’altra le sigle sindacali ufficiali, quelle che hanno rappresentanza per diritto divino, noi praticamente a capo tavola. Si capiva che c’era un contrasto, una lotta di potere, ma appena arriva il cobas che dice le cose come stanno, anche i fronti più distanti si rinsaldano immediatamente. La malcapitata Boschi è stata l’unica che ha provato a reagire ma lo ha fatto denunciando uno strano turbamento dovuto al mio linguaggio, a suo dire irrispettoso. Vi garantisco di aver usato un linguaggio relativamente forbito, sicuramente le mie critiche sono state molto aspre. La Boschi è un personaggio particolare, dalle competenze limitatissime, anzi, forse non ha nessuna vera competenza specifica, ma il fatto di essere la damigella del principe, insieme alla sua apparenza estetica, le ha risparmiato una valanga di critiche che se ci fosse stata Rosi Bindi l’avrebbero distrutta. Renzi e i suoi ministri godono del privilegio di non avere opposizione, se trascinati sul campo della contesa dialettica denunciano gravi lacune ed è per questo che scappano dal contraddittorio”.

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