Ricostruzione di carriera, precariato vale per intero. Anief: necesario modificare normativa dopo elezioni RSU

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Anief – Ottenuto dai legali Anief il riconoscimento integrale e immediato del servizio svolto durante il precariato nella ricostruzione di carriera in applicazione delle norme imperative comunitarie recepite in Italia sin dal 2001, ma che il Miur si ostina a ignorare.

Il Tribunale del Lavoro di Milano, infatti, riconosce il pieno diritto di un docente, il cui diritto è stato patrocinato con estrema perizia dagli Avvocati Fabio Ganci, Walter Miceli, Giovanni Rinaldi e Francesca Lideo, alla rideterminazione della ricostruzione di carriera senza applicare la normativa interna ritenuta discriminante e in aperta violazione della direttiva comunitaria 1999/70/CE. Ministero condannato, anche, al pagamento delle spese di soccombenza.

La Direttiva comunitaria 1999/70/CE, infatti, parla chiaro e parla chiaro anche la giurisprudenza successiva della Corte di Giustizia dell’Unine Europea che ha ribadito come “La clausola 4 dell’accordo quadro sul lavoro a tempo determinato, concluso il 18 marzo 1999 e figurante quale allegato della direttiva 1999/70/CE del Consiglio, del 28 giugno 1999, relativa all’accordo quadro CES, UNICE e CEEP sul lavoro a tempo determinato, deve essere interpretata nel senso che essa osta ad una normativa nazionale, quale quella controversa nei procedimenti principali, la quale escluda totalmente che i periodi di servizio compiuti da un lavoratore a tempo determinato alle dipendenze di un’autorità pubblica siano presi in considerazione per determinare l’anzianità del lavoratore stesso al momento della sua assunzione a tempo indeterminato, da parte di questa medesima autorità, dipendente di ruolo nell’ambito di una specifica procedura di stabilizzazione del suo rapporto di lavoro, a meno che la citata esclusione sia giustificata da «ragioni oggettive» ai sensi dei punti 1 e/o 4 della clausola di cui sopra”. Specificando che “Il semplice fatto che il lavoratore a tempo determinato abbia compiuto i suddetti periodi di servizio sulla base di un contratto o di un rapporto di lavoro a tempo determinato non configura una ragione oggettiva di tal genere”.

Il Giudice del Lavoro di Milano, dunque, con una sentenza esemplare nella sua chiarezza e nella ricostruzione giurisprudenziale operata, tiene a precisare come “in mancanza di ragioni oggettive atte a giustificare una diversità di trattamento, la forza cogente di cui è dotato l’accordo quadro è, infatti, tale da imporre l’applicazione del principio ivi sancito vuoi in via interpretativa di norme, eventualmente anche contrattuali, già esistenti, vuoi previa disapplicazione delle norme interne che si trovino con esso in contrasto” e a condannare, pertanto, “l’Amministrazione resistente, in sede di ricostruzione della carriera e in conseguenza dell’imprescrittibilità dell’anzianità di servizio, a collocare il ricorrente nella fascia stipendiale corrispondente a tutta l’anzianità di servizio maturata ai sensi del CCNL Comparto Scuola applicabile ratione temporis al personale docente assunto a tempo indeterminato di pari qualifica” con condanna al pagamento delle differenze retributive dovute in virtù del suo collocamento nella predetta fascia stipendiale e delle spese di soccombenza liquidate in complessivi € 2mila, oltre agli accessori fiscali e previdenziali (IVA, CPA e spese generali) previsti ai sensi di legge.

“Abbiamo ottenuto una nuova, bella, pagina di giurisprudenza interna – spiega Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief e segretario confederale Cisal – che dà piena ragione al nostro sindacato e ribadisce con forza che il servizio svolto durante il precariato non può e non deve essere considerato come servizio ‘di serie B’ o discriminato in sede di ricostruzione di carriera. Non possiamo che essere orgogliosi dei risultati che stiamo ottenendo in favore dei lavoratori della scuola che da troppo tempo subiscono vere e proprie illegittimità nel trattamento economico sia durante il precariato, sia dopo l’immissione in ruolo. Con le elezioni RSU 2018 puntiamo alla rappresentatività e a cambiare i contratti che discriminano i lavoratori”. L’Anief ribadisce, infatti, il proprio impegno al fianco di tutti i lavoratori della scuola con l’imperativo categorico di approdare, attraverso le elezioni RSU del 2018, ai tavoli della contrattazione centrale in modo da riscrivere daccapo tutti i contratti e far sì che rispondano, finalmente e al contrario di oggi, al rispetto della normativa comunitaria e costituzionale.

L’Anief ricorda, inoltre, a tutti i lavoratori della scuola che è ancora possibile ricorrere per vedersi riconosciuto il diritto all’integrale ricostruzione di carriera commisurata agli effettivi anni di servizio prestati con contratti a tempo determinato e per ottenere immediatamente il corretto inquadramento stipendiale.

Per ulteriori informazioni sulla campagna RSU 2018 Anief e proporre la propria candidatura nelle liste Anief, cliccare qui

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