Retribuire le ore di lavoro svolte dai docenti a domicilio per correzioni. Lettera

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Inviata da Mario Bocola – Sia sempre chiaro a tutti che il lavoro dei docenti delle scuole secondarie di I e II grado non è fatto soltanto delle 18 ore frontali.

Ci sono tutte le altre attività domestiche fatte di correzione degli elaborati scritti, di preparazione delle lezioni che non vengono conteggiate nello stipendio dei docenti e si tratta di un lavoro nascosto che lo Stato non vuole affatto riconoscere e soprattutto non vuole affatto monetizzare.

Ecco perché tutti i non addetti ai lavori affermano che i docenti lavorano poco e, quindi, di conseguenza guadagnano poco. Tutti coloro che non operano nel pianeta dell’istruzione, infatti, prendono in considerazione, da tempo, solo le diciotto ore settimanali, senza minimamente considerare il lavoro “oscuro” dei docenti, il lavoro casalingo, cioè quello che non si “vede”, che va dalla correzione degli elaborati, alla progettazione annuale, alla preparazione delle verifiche e delle lezioni.

Si tratta di ore di lavoro, lo ribadiamo a voce alta, che non sono riconosciute dallo Stato, ma che rientrano nelle ore alternative all’insegnamento. Per poi aggiungere tutte le riunioni degli organi collegiali quali i collegi dei docenti, i consigli di classe (ordinari e straordinari), le riunioni di dipartimento. Se si sommano tutte le ore trascorse a scuola arriviamo a oltre 36 ore settimanali di lavoro. Altro che diciotto. Fatto sta che questo lavoro meriterebbe di essere retribuito come avviene negli altri comparti della Pubblica Amministrazione.

Lo Stato ne è consapevole, ma continua su questa questione a fare orecchie da mercante!

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