Rete Studenti Medi: condizione sociale determina carriera alunni, urgono fondi per diritto allo studio

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Comunicato Rete degli Studenti Medi –  Il nuovo rapporto sulle disuguaglianze a scuola redatto dall’Ocse, “Equity in education”, ci mette di fronte a un quadro disarmante.

Già dall’età di 10 anni gli studenti italiani pagano il prezzo della loro condizione sociale di partenza: solo uno su otto, tra gli svantaggiati, entra nel novero dei “più bravi”. Di solito questo uno su otto viene dai licei, dove trova migliori condizioni di emancipazione.

Ma gli altri? Gli altri sono quella metà degli studenti meno abbienti che frequenta il 25 per cento delle scuole più svantaggiate del Paese.

Gli altri sono quelli che, secondo i dati, seguiranno il preoccupante trend per cui, in Italia, solo il 19 per cento, uno su cinque, dei figlio di genitori che non hanno conseguito un diploma di istruzione superiore, è riuscito a raggiungere un livello di formazione e competenze più elevato rispetto ai propri genitori.

Gli altri sono quelli che frequentano le scuole più difficili e periferiche, nelle quali, sempre secondo il rapporto, nel 2015 c’erano più insegnanti precari: 26 per cento tra i docenti di scienze, per esempio, contro il 12 per cento degli istituti blasonati.

“Non possiamo accettare che non si muova un dito per migliorare questa situazione drammatica” Dichiara Giammarco Manfreda, Coordinatore Nazionale della Rete degli Studenti Medi. “La scuola dovrebbe essere il luogo dove le disuguaglianze si eliminano, non dove si manifestano.”

“Anche l’operaio vuole il figlio dottore: è ancora oggi un’utopia per la maggior parte delle famiglie italiane.” Dichiara Enrico Gulluni coordinatore nazionale dell’Unione degli Universitari: “Tanti giovani, soprattutto nel meridione, a causa delle difficoltà economiche sono costretti ad interrompere il loro percorso di studi, dopo il diploma, non iscrivendosi all’Università, nonostante abbiano le capacità per sostenere quel percorso formativo e che potrebbero rivelarsi, dopo la laurea, importanti menti e risorse per il nostro Paese e per la società.”

Concludono Manfreda e Gulluni: “Bisogna contrastare questa tendenza e mettere a sistema le competenze al servizio del tessuto economico e sociale del Paese, e questo è possibile solamente strutturando un piano di investimenti a lungo termine, a partire dalla Legge di bilancio. È urgente che si stanzino al più presto fondi in diritto allo studio e accesso all’istruzione, come da sempre rivendichiamo nelle nostre manifestazioni”

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