Renzi detta agenda politica, prioritaria anche la scuola

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red – Non è ancora stato eletto segretario, ma forte di un vantaggio schiacciante sugli avversari, Renzi pone le condizioni per mantenere in vita il Governo Letta. Il PD conta su 300 deputati, Alfano su 30, non ci sono più le larghe intese. Ci sono le condizioni per realizzare le promesse elettorali.

red – Non è ancora stato eletto segretario, ma forte di un vantaggio schiacciante sugli avversari, Renzi pone le condizioni per mantenere in vita il Governo Letta. Il PD conta su 300 deputati, Alfano su 30, non ci sono più le larghe intese. Ci sono le condizioni per realizzare le promesse elettorali.

Renzi vuol mantenere in vita il Governo Letta ancora per 1 anno. “Letta – ha affermato Renzi – deve sapere che il suo esecutivo ora è incentrato sul Pd. Ha cambiato forma, le larghe intese originarie non ci sono più. Il Pd ha 300 deputati e Alfano ne ha 30. Il governo sta in piedi grazie a noi. Alfano dice che può far cadere Letta. Bene, così si va subito al voto. Io non ho paura. Lui sì. Perché sa che Berlusconi lo asfalta”.

Questa l’analisi politica del rottamatore Renzi, il quale, in una interivsta a Repubblica afferma, che chi vince le primarie del Pd “impone la linea. Saremo leali ma conseguenti”.

E pone tutta una serie di punti da realizzare:

  1. mandare "in pensione i saggi che vanno in ritiro a Francavilla
  2. Camera delle autonomie locali
  3. abolizione di “enti inutili come il Cnel”
  4. riforma del Titolo V della Costituzione
  5. legge elettorale, per la quale “va bene qualsiasi riforma, purché si faccia e purché garantisca il bipolarismo e la governabilità”
  6. economia, partendo dal “Job act: semplificazione delle regole nel lavoro, garanzie a chi non ne ha", ma no a patrimoniale
  7. spendere meglio i fondi comunitari
  8. investimento anche su scuola, immigrazione e diritti

Quali, le idee di Renzi sulla scuola?

Estrapoliamo da un nostro articolo risalente all’epoca della sua prima candidatura alla direzione del PD.

Al centro l’autonomia, ampia, "anche riguardo alla selezione del personale didattico e amministrativo, con una piena responsabilizzazione dei rispettivi vertici e il corrispondente pieno recupero da parte loro delle prerogative programmatorie e dirigenziali necessarie". E’ quanto si legge nel programma di Matteo Renzi, in corsa per le primarie del Partito Democratico.

"Una scuola dove si impara davvero". Dice il "rottamatore" e nel suo programma snocciola 6 punti che rivoluzionerebbero l’attuale assetto scolastico:

  1. un forte investimento sulla scuola e, in particolare, sulla formazione e l’incentivazione degli insegnanti, sull’edilizia scolastica e sull’upgrade tecnologico della didattica;
  2. la valutazione degli istituti scolastici attraverso il completamento e il rafforzamento del nuovo Sistema di Valutazione centrato sull’azione di Invalsi e Indire, con la prospettiva di avvicinare gradualmente il nostro modello a quello britannico centrato sull’azione della Ofsted;
  3. incentivi ai dirigenti scolastici basati sulla valutazione della performance delle strutture loro affidate;
  4. una revisione complessiva delle procedure di selezione e assunzione dei docenti, basata sulle competenze specifiche e sull’effettiva capacità di insegnare;
  5. una formazione in servizio per gli insegnanti obbligatoria e certificata, i cui esiti devono contribuire alla valutazione dei docenti e alle progressioni di carriera, basata su un mix di: aggiornamento disciplinare, progettazione di percorsi con altri colleghi, aggiornamento sull’uso delle nuove tecnologie per la didattica, incontri con psicologi dell’età evolutiva o con medici per capire come affrontare handicap o disturbi di apprendimento sui quali la scienza ha fatto progressi.
  6. la valutazione e incentivazione degli insegnanti, attivando in ciascun istituto scolastico un meccanismo finalizzato all’attribuzione di un premio economico annuale agli insegnanti migliori, scelti da un comitato composto dal preside, da due insegnanti eletti dagli altri (cui andrà il 50% del premio e che non potranno ovviamente essere selezionati per il premio intero) e da un rappresentante delle famiglie eletto dalle stesse, sulla scorta del progetto pilota “Valorizza”, già sperimentato in quattro province nel corso del 2010-2011.

In occasione della sua attuale campagna per la direzione del PD, le posizioni si sono "ammorbidite", non più sei punti, ma la primessa di una campagna di ascolto ”comune per comune” con i ”5 mila assessori alla scuola del Pd” ma anche per via telematica.

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