Rendiamo statali le scuole materne comunali
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Eugenio Tipaldi – Leggo sui giornali che negli asili non si trova posto e che c’è un’emergenza in tutta Italia. A Roma resta fuori un bambino su due.
Eugenio Tipaldi – Leggo sui giornali che negli asili non si trova posto e che c’è un’emergenza in tutta Italia. A Roma resta fuori un bambino su due.
A Napoli ci sono state 500 iscrizioni in meno, perché non si riesce ad assicurare la copertura pomeridiana delle maestre, per cui si preferisce iscrivere i figli nelle private.
Mentre si attende l’esito del referendum di Bologna il 26 maggio contro i finanziamenti delle scuole paritarie,i Comuni sono al collasso perché non riescono più a finanziare le scuole materne comunali.
La mia modesta proposta è:
- Lo Stato si accolli l’onere del finanziamento delle scuole materne comunali, come già fa con le scuole dell’infanzia,perché i Comuni non ce la fanno più;
- rendiamo obbligatoria la scuola dell’infanzia per tutti a 4 anni;
- facciamo cominciare la scuola elementare o primaria a 5 anni, perché i bambini nativi digitali di oggi – checché ne dicano i pedagogisti che stanno fuori dalla scuola e dall’insegnamento-sono già pronti per leggere e scrivere.
Così otteniamo:
- Il diploma di maturità a 18 anni per i nostri giovani, così come avviene nella maggior parte dei paesi europei, senza tagliare ulteriori cattedre;
- l’introduzione del biennio unico alle superiori,in modo da spostare a 14 anni la scelta sul proprio futuro: percorsi liceali che preparano all’università o percorsi professionalizzanti, come avviene in Germania;
- non avere più liste d’attesa nelle scuole materne o dell’infanzia perché i bambini di 5 anno si sposterebbero alle elementari e si dà spazio a quelli di 3-4 anni;
- ai Comuni lascerei la gestione degli asili nido che non sono obbligatori e che dovrebbero privilegiare l’accesso ai bambini delle famiglie più disagiate economicamente, in quanto le famiglie più ricche possono permettersi di pagare gli asili privati.