Religione e credito scolastico

Di Lalla
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red – Pubblichiamo gli interventi del Prof. Fabio Milito Pagliara e del Prof.Lucio Ficara (Presidente Provinciale Proteo Fare Sapere Reggio Calabria) sulla recente sentenza del Consiglio di Stato, che stabilisce che ai fini dell’attribuzione del credito scolastico, determinato dalla media dei voti riportata dall’alunno, occorre tener conto anche del giudizio espresso dal docente di religione.

red – Pubblichiamo gli interventi del Prof. Fabio Milito Pagliara e del Prof.Lucio Ficara (Presidente Provinciale Proteo Fare Sapere Reggio Calabria) sulla recente sentenza del Consiglio di Stato, che stabilisce che ai fini dell’attribuzione del credito scolastico, determinato dalla media dei voti riportata dall’alunno, occorre tener conto anche del giudizio espresso dal docente di religione.

Prof. Fabio Milito Pagliara

Gentile Onorevole, la recente sentenza del consiglio di stato sulla possibilità di valutare l’IRC ai fini dell’assegnazione del voto in più nella banda d’oscillazione dei crediti (con provvedimento n.
201002749
sottolinea quanto la mancata attivazione dell’insegnamento alternativo (insegnamento garantito dallo stesso concordato che garantisce l’Insegnamento della Religione Cattolica) leda i diritti di chi decide di non avvalersi dell’Insegnamento della Religione Cattolica (punto 17 della sentenza).

Nella stessa sentenza la corte sottolinea come l’esistenza dell’IRC o dell’insegnamento alternativo ferme restando tutte le altre scelte non si può configurare quale obbligo di dette materie, ma che una volta accettato l’IRC o l’insegnamento alternativo questi entrano a far parte dell’obbligo scolastico dell’allievo, il che significa che si può creare un insegnamento alternativo che sia lo stesso per tutte le scuole italiane senza ledere alcun diritto costituzionale e anzi garantendo il diritto di chi decide di non frequentare l’IRC.

A tal fine le chiedo dunque di attivarsi affinché venga istituito un insegnamento alternativo che valga su tutto il territorio (con un programma ministeriale, una classe di concorso ed adeguate circolari del ministero della pubblica istruzione in modo da permettere l’utilizzo dei fondi già esistenti per lo svolgimento dell’insegnamento alternativo e l’erogazione di ulteriori fondi laddove questi si rilevassero inadeguati) in modo che laddove i genitori o gli alunni chiedano di frequentare un insegnamento alternativo questo sia garantito alla pari dell’Insegnamento della Religione Cattolica (ovvero che l’insegnamento alternativo sia garantito anche se a chiederlo fosse un solo alunno).

Le possibili scelte dei contenuti di un’insegnamento alternativo sono molte, alcuni esempi d’insegnamenti alternativi di pari dignità e valore culturale dell’IRC potrebbero essere: “insegnamento dei diritti umani” (già abbozzata nella circolare ministeriale n.316 del 28 ottobre 1987), “storia delle religioni”, “Insegnamento del pensiero critico ed argomentativo”. Una volta scelta la materia più adeguata si avrebbe finalmente la garanzia di poterla attivare in tutte le scuole ove ce ne fosse necessità con la certezza di poter chiamare docenti formati a tale insegnamento (nel transitorio si potrebbe ricorrere ai docenti abilitati delle classi di concorso affini e partire così già dal prossimo anno scolastico su tutto il territorio nazionale avendo la possibilità di chiamare dalle graduatorie individuate a tal fine i docenti per le supplenze.)

Personalmente suggerirei che in tale curricolo alternativo si affrontino i grandi problemi filosofici (dio, bene/male, mente/corpo, scienza ecc ecc) affrontati con modalità e profondità diversi ed adeguati all’ordine di scuola dove andrebbero svolti (in tutto il mondo molti programmi sperimentali sul fare filosofia con i bambini ed i ragazzi – dai 3 ai 18 anni – ne hanno dimostrato inequivocabilmente la fattibilità e ricchezza formativa).

Nel ringraziarvi anticipatamente per l’attenzione e per l’impegno che certo verrà dedicato nell’individuare rapidamente una soluzione di un problema per tante famiglie italiane colgo l’occasione per porgerle i miei più cordiali saluti."

Prof.Lucio Ficara (Presidente Provinciale Proteo Fare Sapere Reggio Calabria)

Sono del parere che, con tutto il rispetto per la tradizione cattolica del nostro paese, l’insegnamento di una confessione religiosa (qualunque essa sia) spetta alla Chiesa, in altre sedi e luoghi e non alla scuola pubblica di Stato, dove invece si dovrebbe insegnare una materia laica ed utile come la "CITTADINAZA ATTIVA". Per un elementare principio di laicità. Principio costituzionale che invece è costantemente messo in discussione e non rispettato.

Tuttavia, si deve prendere atto dell’ultima sentenza del consiglio di stato che attribuisce il credito scolastico a chi si avvale dell’insegnamento della religione cattolica. Mi preme sottolineare ed
evidenziare, che tale sentenza fa emergere una condizione ineludibile, cioè quella di non creare discriminazione a livello di valutazione e possibilità formativa tra chi sceglie di avvalersi dell’insegnamento della religione e chi , invece, vorrebbe avvalersi di insegnamenti alternativi.

Per tali motivi il Miur deve necessariamente prevedere attività alternative in tutte le scuole a favore degli alunni che non si avvalgono dell’insegnamento di religione, dando a tutti gli allievi di una scuola le
stesse opportunità formative, di valutazione e di credito scolastico.

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