Reiterazione contratti precari, l’interrogazione parlamentare di IDV

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red – Zazzera, Italia dei Valori, ha presentato una interrogazione parlamentare relativa alle sentenze che hanno condannato il MIUR per l’abuso nell’utilizzo dei contratti a termine. Pubblichiamo il testo dell’interrogazione e la risposta del Ministero.

red – Zazzera, Italia dei Valori, ha presentato una interrogazione parlamentare relativa alle sentenze che hanno condannato il MIUR per l’abuso nell’utilizzo dei contratti a termine. Pubblichiamo il testo dell’interrogazione e la risposta del Ministero.

Testo dell’interrogazione

ZAZZERA e DI GIUSEPPE. – Al Ministro dell’istruzione, dell’università e della ricerca. – Per sapere – premesso che:

il Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca è stato condannato dal giudice del lavoro di Trani per abuso di contratti a termine;

lo rende noto un articolo pubblicato il 19 luglio 2011 su la Repubblica Bari.it. Il ricorso è stato presentato da un’insegnante e da un operatore amministrativo della scuola, precari da nove e 11 anni;

questa sentenza restituisce speranza ai tanti precari della scuola che per anni prestano servizio con contratti a tempo determinato e senza la possibilità di programmarsi un futuro;

il 26 luglio 2011 il medesimo quotidiano ha pubblicato un secondo pronunciamento a favore dei precari del settore scolastico, a distanza di soli sette giorni dal primo;

in particolare, il giudice del lavoro di Trani ha di nuovo emesso una sentenza che accoglie il ricorso presentato da una docente scolastica dell’istituto «Archimede» di Andria che per sette anni ha prestato servizio con contratto a tempo determinato;

il segretario regionale Ugl Puglia, Giuseppe Carenza, ha spiegato nell’articolo succitato che «il giudice ha dichiarato la nullità del termine apposto a tutti i contratti di lavoro sottoscritti tra le parti, ordinando al Miur di riammettere immediatamente in servizio la ricorrente e risarcire il danno nella misura pari a un’indennità onnicomprensiva di sette mensilità dell’ultima retribuzione globale di fatto, maggiorata degli accessori di legge»;

il numero dei ricorsi per il riconoscimento della stabilizzazione dei precari della scuola è già molto alto, ed è destinato a crescere viste le sentenze di accoglimento succitate;

quanto riportato dimostra, infine, che il Ministero utilizza forme contrattuali invalide, favorendo il precariato nel Paese -:

quali iniziative urgenti il Ministro intenda assumere al fine di regolarizzare i contratti dei precari del settore scolastico che abbiano prestato servizio per almeno trentasei mesi, al fine di evitare le sentenze di condanna da parte dei tribunali del lavoro che oltre alla conversione contrattuale impongono il risarcimento dei disagi e dei danni subiti a causa dell’instabilità lavorativa prolungata nel tempo.

Testo della risposta

Il sottosegretario Marco ROSSI DORIA ricorda che sugli specifici casi segnalati dall’onorevole Zazzera il direttore dell’Ufficio scolastico regionale per la Puglia ha chiesto all’Avvocatura erariale di interporre appello, mentre i ricorrenti reclamano un’immediata esecuzione della pronuncia del giudice di prime cure. Si tratta in ogni caso di pronuncie che si collocano nell’ambito di un più ampio contenzioso promosso da numerosi docenti e da personale ATA i quali ricoprono da tempo incarichi di supplenza. Dopo aver ricordato che sull’argomento non si è ancora registrata una giurisprudenza univoca, precisa che il divieto di conversione del contratto a tempo determinato, sancito in via generale per il pubblico impiego dalla normativa vigente, opera anche nel settore della scuola. Aggiunge, d’altra parte, che obiettivo prioritario dell’amministrazione è quello di stabilizzare nel più breve tempo possibile i precari attraverso un piano di assunzioni che consenta la copertura di tutti i posti disponibili e vacanti. Ricorda, peraltro, in conclusione, che nell’anno scolastico 2011/2012 sono stati ammessi in ruolo 30.300 docenti e 37.000 soggetti appartenenti al personale ATA, nel rispetto delle procedure previste dalla legge.

Pierfelice ZAZZERA (IdV), replicando, si dichiara insoddisfatto della risposta fornita dal sottosegretario, ricordando che domani, presso il TAR del Lazio, si svolgerà l’udienza pubblica della class action contro il Ministero dell’istruzione, alla quale hanno aderito 38.000 precari della scuola. Sottolinea, in particolare, che il Ministero, in quella sede, dovrà rispondere dell’abuso di reiterazione di contratti a tempo determinato ai danni dei ricorrenti, al fine del riconoscimento del diritto all’immissione definitiva in ruolo, attraverso la conversione dei contratti di lavoro a tempo determinato in contratti a tempo indeterminato, con conseguente ricostruzione della carriera ai fini previdenziali, pensionistici, di anzianità e retributivi. Rilevando che, per parlare di futuro della scuola, non si può prescindere dalla cessazione di ogni forma di precarietà, esprime l’auspicio che si ponga fine all’assurda disparità di trattamento subita da parte dei dipendenti della scuola statale rispetto a tutti gli altri lavoratori dipendenti, sia del settore privato, sia di quello pubblico. In proposito, ricorda che il superamento di tale situazione è, peraltro, sancito dall’accordo quadro CES, UNICE e CEEP sul lavoro a tempo determinato, siglato nel 1999 – al quale ha dato attuazione la Direttiva comunitaria 1999/70/CE – che ha stabilito che gli Stati membri dell’Unione europea sono tenuti ad introdurre nelle rispettive legislazioni nazionali norme idonee a prevenire e a sanzionare l’abuso nella successione di contratti di lavoro a tempo determinato.
Tiene a precisare, infine, che il problema, oltre ad avere natura giuridica, assume altresì connotazioni politiche, dipendendo le sorti dei precari della scuola dalla volontà e dalla capacità del Governo di ridare loro energie, speranze ed aspettative, eventualmente tramite la predisposizion e di un piano di stabilizzazione triennale degli stessi.

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