Regionalizzazione, stipendio docenti potrebbe aumentare di 400 euro

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Una delle prospettive che si aprono con la richiesta di autonomia da parte delle regioni Veneto, Lombardia ed Emilia Romagna riguarda gli stipendi del personale della scuola, che diventerebbe regionale.

L’iter per l’autonomia differenziata farà un passo avanti il 15 febbraio, data in cui si dovrebbe tenere l’incontro fra Governo e Regioni.

La regionalizzazione dovrebbe comportare anche il trasferimento del personale scolastico dalle dipendenze statali a quelle regionali, ma con alcuni distinguo.

Le nuove norme riguarderebbero solo i neoassunti, a partire probabilmente dai prossimi concorsi. Chi è già in servizio, invece continuerà a vantare lo status di dipendente statale fino alla pensione.

Per quanto riguarda gli stipendi  la retribuzione base resterebbe nazionale, ma  le Regioni potranno proporre contratti di secondo livello, incentivi e premi che potranno servire a trattenere gli insegnanti, rendendo però più onerosa la scuola per i contribuenti.

“In Lombardia ad esempio – scrive il Messaggero – si potrebbe arrivare a firmare un contratto integrativo regionale pari a 441 euro. Per una città come Roma, dove il costo della vita è uguale se non maggiore di quello dei centri del Nord, le differenze sarebbero destinate ad ampliarsi.”

La mobilità

La regionalizzazione avrebbe come effetto anche la stabilizzazione del personale nelle regioni dove si comincia a lavorare.

Per poter richiedere trasferimento, a questo punto, per i neoassunti serviranno accordi tra Regioni o tra la Regione e l’amministrazione centrale. Per i docenti già di ruolo non cambia nulla.

La manifestazione dei sindacati

FLCGIL, CISL e UIL manifestano oggi a Roma per dire no alla regionalizzazione.  9 febbraio manifestano i sindacati: rinnovo contratto, assunzioni, no regionalizzazione

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