Regionalizzazione scuola, Gallo (M5S): per Bussetti vale accordo con sindacati o quanto affermato nelle interviste?

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L’onorevole Luigi Gallo (M5S), come riferito dallo stesso su FB, ha presentato un’interrogazione al Ministro Bussetti relativa alla regionalizzazione della scuola e all’aumento degli stipendi dei docenti.

Il Post

L’Onorevole apre il post chiedendo quanto segue: “Per il ministro della Lega vale l’accordo con i sindacati della scuola o quello che dice nelle sue ultime interviste?”

Tradotto: la scuola deve mantenere la propria unitarietà, come scritto nell’intesa del 24 aprile, oppure la regionalizzazione della stessa si farà con buona pace della predetta intesa?

L’interrogazione

L’Onorevole Gallo chiede a Bussetti come garantirà il recupero graduale nel triennio del potere di acquisto delle retribuzioni dei lavoratori della scuola e quali azioni intende mettere in atto per avviare un percorso che permetta un graduale avvicinamento alla media dei livelli salariali di altri Paesi europei.

L’Onorevole chiede anche in che modo si intende rispettare l’intesa tra il Governo, il Ministro e i Sindacati, in base alla quale si deve garantire l’unità e l’identità culturale del sistema nazionale di istruzione e ricerca, prevedendo un sistema di reclutamento uniforme, lo status giuridico di tutto il personale regolato dal CCNL e la tutela della unitarietà degli ordinamenti statali, dei curricoli e del sistema di governo delle istituzioni scolastiche autonome.

Ecco l’interrogazione completa:

Al Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca
Per sapere, premesso che:

tra le raccomandazioni presentate dall’Unione europea all’Italia, vi sono indicazioni ben precise sul trattamento economico degli insegnanti, evidenziando una relazione diretta tra la qualità dell’istruzione italiana e la produttività “tendenzialmente stagnante” del nostro Paese. Nelle raccomandazioni si sostiene che la ripresa delle condizioni economiche italiane proceda lentamente rispetto ad altri Paesi anche a fronte delle debolezze presenti nel sistema di istruzione e formazione ed alla scarsa domanda di competenze elevate;

l’UE sottolinea come a fronte di un paragone del livello retributivo e professionale dei docenti italiani con quello degli insegnanti degli altri Paesi, si evince che gli stipendi “rimangano bassi rispetto agli standard internazionali e rispetto ai lavoratori con un titolo di istruzione terziaria.”;
il 28 febbraio 2018 sono stati predisposti tre distinti accordi preliminari, ciascuno sottoscritto dal rappresentante del Governo e dai presidenti delle regioni interessate, con cui le parti hanno concordato e definito le forme e le condizioni particolari di autonomia, ai sensi dell’articolo 116, terzo comma, della Costituzione;

in data 24 aprile 2019 è stata sottoscritta un’intesa tra il Ministro dell’Istruzione, un rappresentante del Governo ed i rappresentati delle organizzazioni sindacali per il comparto istruzione e ricerca;
durante il confronto tra le parti, è emersa la necessità di avviare quanto prima l’iter per il rinnovo del CCNL del comparto, quale unico strumento atto a valorizzare il lavoro di tutto il personale;
durante il confronto tenutosi tra il Ministro dell’istruzione e le organizzazioni sindacali, sono stati evidenziati i preoccupanti effetti che la cosiddetta autonomia differenziata comporterebbe attribuendo la gestione del personale della scuola alle regioni, con i finanziamenti per la relativa retribuzione;

in un’intervista, il Ministro dell’Istruzione ha dichiarato che: “La regionalizzazione si farà. Il modello a cui guardo è quello del Trentino e della Valle d’Aosta. Un modello che funziona e che potrebbe essere esportato anche in Regioni a statuto ordinario”. Tali dichiarazioni risultano essere in forte contraddizione con quanto sottoscritto dal Ministro stesso e dai Sindacati, con riferimento alla necessità di salvaguardare l’unità e l’identità culturale attraverso un sistema di reclutamento uniforme, lo status giuridico di tutto il personale regolato dal CCNL e la tutela dell’unitarietà degli ordinamenti statali, dei curricoli e del sistema di governo delle istituzioni scolastiche autonome; 

durante l’incontro di aprile, al fine di valorizzare la professionalità del personale dell’università e della ricerca, il Ministro si è impegnato a promuovere un intervento normativo per consentire maggiore flessibilità nella determinazione e nell’utilizzo dei fondi per il salario accessorio;
il Ministro si è, inoltre, impegnato ad incrementare il reclutamento del personale che svolge attività di ricerca e didattica-:

sulla base dell’intesa con i sindacati, in che modo garantirà il recupero graduale nel triennio del potere di acquisto delle retribuzioni dei lavoratori del comparto Istruzione e ricerca e quali azioni intende mettere in atto per avviare un percorso che permetta un graduale avvicinamento alla media dei livelli salariali di altri Paesi europei;

a fronte delle conseguenze che saranno prodotte dalle intese concernenti l’autonomia differenziata, in che modo si intende rispettare l’intesa tra Governo, il Ministro ed i Sindacati, in particolare nella parte in cui si concorda sulla necessità di garantire l’unità e l’identità culturale del sistema nazionale di istruzione e ricerca, prevedendo un sistema di reclutamento uniforme, lo status giuridico di tutto il personale regolato dal CCNL e la tutela della unitarietà degli ordinamenti statali, dei curricoli e del sistema di governo delle istituzioni scolastiche autonome;
con che tipo di intervento normativo ed in che modo intende reperire le risorse necessarie per avviare le procedure di reclutamento in favore del personale che svolge attività di ricerca e di didattica.

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