Nuovi assunti saranno dipendenti regionali. Stipendi più alti, più difficile la mobilità

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Conto alla rovescia per la regionalizzazione dell’Istruzione. L’iter per l’autonomia differenziata farà un passo avanti il 15 febbraio, data in cui si dovrebbe tenere l’incontro fra Governo e Regioni.

Veneto, Lombardia ed Emilia Romagna si battono dall’inizio della legislatura per una maggiore autonomia in diverse materie, a partire appunto dal sistema scolastico.

La regionalizzazione dovrebbe comportare anche il trasferimento del personale scolastico dalle dipendenze statali a quelle regionali, ma con alcuni distinguo. Tuttavia, secondo quanto risulta ad alcuni quotidiani, questa condizione è stata richiesta da Veneto e Lombardia, ma non dall’Emilia Romagna.

Il 23% dei dipendenti nel mondo della scuola potrebbero diventare dipendenti regionali e non più statali.  Secondo i calcoli di Italia Oggi, si tratta di 132 mila lavoratori in Lombardia e di 65 mila in Veneto.

Le nuove norme riguarderebbero solo i neoassunti, a partire probabilmente dai prossimi concorsi. Chi è già in servizio, invece continuerà a vantare lo status di dipendente statale fino alla pensione.

I progressi sul processo di regionalizzazione del sistema scolastico sono confermati anche da un articolo sul Sole 24 Ore che ha raccontato i commenti di Luca Zaia, governatore del Veneto, al termine di un vertice leghista fra il vice presidente del Consiglio, Matteo Salvini, il sottosegretario al consiglio dei Ministri, Giancarlo Giorgetti, e la ministra per gli Affari regionali, Erika Stefani. “Siamo a buon punto – avrebbe assicurato Zaia – la data del 15 febbraio sarà rispettata“.

Stipendi

Per quanto riguarda gli stipendi – scrive il Corriere –  la retribuzione base resta nazionale, ma  le Regioni potranno proporre contratti di secondo livello, incentivi e premi che potranno servire a trattenere gli insegnanti, rendendo però più onerosa la scuola per i contribuenti.

La mobilità

La regionalizzazione avrebbe come effetto anche la stabilizzazione del personale nelle regioni dove si comincia a lavorare, a dispetto della bocciatura dell’emendamento nel decreto semplificazioni che prevedeva il blocco dei cinque anni per il personale in servizio.

Per poter richiedere trasferimento, a questo punto, per i neoassunti serviranno accordi tra Regioni o tra la Regione e l’amministrazione centrale. Per i docenti già di ruolo non cambia nulla.

L’iter del DDL

Ricordiamo che il ddl, una volta approvato, dovrà seguire l’iter legislativo ordinario, quindi l’entrata in vigore potrebbe non essere prossima.

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