Regionalizzazione, il termine scuola non appare ma molti la temono

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La regionalizzazione della scuola fa registrare un altro passo avanti.

Il progetto dell’insegnamento su base regionale sembra avviarsi verso il modello pensato dal Governo legastellato.

Via libera dal Consiglio dei ministri

L’approvazione nell’ultimo Consiglio dei ministri dell’informativa sull’autonomia differenziata da parte delle Regioni pone una premessa di non poco conto.

Nel comunicato diramato dal Governo la scuola non viene citata espressamente. La parola scuola non è stata pronunciata neanche durante la conferenza stampa del capo del Governo, prontamente riportata su questo sito.

Il paragrafo relativo all’autonomia delle regioni recita testualmente: “Il Consiglio dei Ministri ha condiviso l’informativa svolta dal Ministro per gli affari regionali e le autonomie Erika Stefani in merito al percorso di attuazione dell’autonomia differenziata prevista dall’art. 116, terzo comma, della Costituzione e richiesta dalle Regioni Veneto, Lombardia ed Emilia Romagna. È stato delineato il percorso per il completamento dell’acquisizione delle intese citate, che prevede la conclusione della fase istruttoria entro il 15 gennaio 2019 e la definizione della proposta da sottoporre ai Presidenti delle Regioni interessate entro il 15 febbraio 2019“.

Scuola regionalizzata o no?

Il fatto è che ilsistema  scolastico non è stato esplicitamente escluso nel paragrafo dedicato alla autonomia differenziata e che, anzi, più volte negli ultimi mesi c’è stato proprio un richiamo esplicito.

La regionalizzazione della scuola ha sollevato da subito molte reazioni. Alcuni sindacati si sono detti contrari sin da subito e la Uil ha aggiunto di recente di essere pronta allo sciopero generale.

D’altra parte la regionalizzazione fa parte del contratto di Governo sottoscritto tra Lega e M5S ed è esplicitata al punto 20, dove però non compaiono in maniera esplicita i termini scuola e istruzione.

Docenti contrari

Anche i docenti che hanno espresso la loro opinione su Orizzonte Scuola si sono detti nella maggior parte contrari alla regionalizzazione. Neanche lo scenario di uno stipendio più alto li ha convinti della bontà dell’iniziativa.

D’altra parte la senatrice pentastellata Bianca Laura Granato ha rassicurato in alcune occasioni che nessun docente diventerà un dipendente regionale.

I prossimi passi verso la regionalizzazione, cioè verso l’autonomia differenziata, saranno mossi a metà del prossimo mese con un tavolo tecnico a cui dovrà seguire la risposta dello Stato.

A quel punto dovrebbero essere esplicitate meglio molte condizioni e dovranno essere stati messi sul piatto della bilancia tutti e pro e tutti i contro di un’iniziativa incisiva.

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