Referendum Bologna: Per Agesc risultato negativo per tutto il paese

Di Lalla
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Il risultato del referendum tende a negare la libertà di educazione e la sussidiarietà, principi sanciti dalla Costituzione, e rappresenta una sconfitta delle famiglie e dei bambini bolognesi. Nonché un rischioso precedente per tutto il Paese, visto che i referendari hanno espresso l¹intenzione di riprodurre l¹iniziativa in altre città, generando nuove inutili spese e nuovi scontri e divisioni ideologiche.

Il risultato del referendum tende a negare la libertà di educazione e la sussidiarietà, principi sanciti dalla Costituzione, e rappresenta una sconfitta delle famiglie e dei bambini bolognesi. Nonché un rischioso precedente per tutto il Paese, visto che i referendari hanno espresso l¹intenzione di riprodurre l¹iniziativa in altre città, generando nuove inutili spese e nuovi scontri e divisioni ideologiche.

L’accentuato astensionismo ha costituito un fatto grave. Su questo, si rende necessaria una riflessione anche tra i cattolici. Ma su questo i referendari stessi dovrebbero riflettere, prima di intraprendere percorsi analoghi. E¹ urgente una massiccia mobilitazione e un ampio dialogo sulla situazione della scuola, evitando prese di posizione ideologiche stataliste.

Lo ha dichiarato il Presidente di AGeSC (Associazione Genitori Scuole Cattoliche) Roberto Gontero, commentando il risultato della consultazione bolognese. Gontero ha aggiunto: Quanto emerso dalle urne ieri a Bologna evidenzia come il tema della libertà di educazione, evidentemente, non rappresenti un elemento di interesse per la maggioranza dei cittadini bolognesi, di qualunque estrazione. Quanto sta succedendo a Bologna è una prova che nel nostro Paese, a fronte di un impianto costituzionale che tutela la libera scelta educativa, ci scontriamo con una realtà scolastica che mette in difficoltà l¹esercizio di tale diritto per i propri figli.

E’ necessario che tutti i soggetti cui sta a cuore l’educazione delle giovani generazioni e la libertà, a partire dal risultato di Bologna, uniscano le forze in difesa di quei valori che superano una visione di conflitto tra pubblico e privato. Ciò con l’obiettivo di assicurare condizioni che rendano possibile un’esperienza formativa adeguata. Esperienza che può essere messa a repentaglio togliendo risorse al sistema paritario e portando alla chiusura, in particolare, delle scuole dell’infanzia. Ne deriva il rischio di diminuire l¹offerta formativa fra i 3 e i 6 anni in tutto il Paese, penalizzando così tanti bambini, e, soprattutto, negando la possibilità di scelta alle famiglie meno abbienti.

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