“Quota 96”. UIL chiede soluzione politica, CISL si affida alla soluzione giudiziaria

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red – Giorni di grande attenzione al caso "Quota 96" che tiene banco sullo scenario politico e sindacale. Si tratta di quei docenti penalizzati dalla riforma Formero  che, pur avendo i requisiti, non sono potuti andare in pensione.

red – Giorni di grande attenzione al caso "Quota 96" che tiene banco sullo scenario politico e sindacale. Si tratta di quei docenti penalizzati dalla riforma Formero  che, pur avendo i requisiti, non sono potuti andare in pensione.

In questi giorni "Quota 96" ha incassato l’appoggio bipartisan di PdL, PD, SEL, M5S, con interrogazioni, interpellanze e disegni di legge. Nel contempo procedono le vie giudiziarie, con la Corte costituzionale che si pronuncerà non prima dell’autunno.

Ultimi, non certo per ordine di importanza, CISL e UIL hanno espresso la loro posizione relativamente al caso, ma da prospettive distinte.

Da un lato la UIL ha invocato " una decisione politica, che non si limiti alle dichiarazioni di condivisione, ma che determini un atto legislativo che sani la questione e garantisca il diritto a tutti". Invitando ad attivarsi per una copertura finanziaria, vero problema da risolvere. Vedi: Quota 96, un’ingiustizia alla ricerca di copertura finanziaria. Mancano all’appello 100milioni di euro

Soluzione politica che pare, invece, lontana alla CISL. Sindacato che invece punta sulla soluzione giudiziaria. "Apprezziamo – scrivono – ogni iniziativa che solleciti una soluzione per via legislativa al problema. Abbiamo incalzato per mesi governo e gruppi parlamentari perché si consentisse a docenti e personale ata, da sempre collocati in pensione solo al 1° settembre di ogni anno, di assumere come riferimento per la maturazione dei requisiti la data del 31 agosto, e non del 31 dicembre: purtroppo le proposte legislative in tal senso sono state sempre tutte respinte. Per questa ragione abbiamo percorso la via del contenzioso legale", puntando ad "ottenere un giudizio di illegittimità della norma, facendo in modo che fosse sottoposta al vaglio della Corte Costituzionale".

Ma i tempi della giustizia sono quelli che sono e non si potranno avere riscontri prima dell’autunno inoltrato. "I tempi, scrivono nel comunciato CISL – sono quelli della giustizia italiana" e per questo motivo esprime un disappunto che sottolinea il perpetuarsi di una ingiustizia

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