Quota 96. Cifre contrastanti tra MIUR e INPS. Ministero del Lavoro dà credito all’Inps: 9.000 i docenti coinvolti

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red – E lo stesso Ministero dell’economia, con molta probabilità, si affiderà ai numeri forniti dall’Inps, che stima 9.000 pensionandi coinvolti, per stimare il fabbisogno finanziario.

red – E lo stesso Ministero dell’economia, con molta probabilità, si affiderà ai numeri forniti dall’Inps, che stima 9.000 pensionandi coinvolti, per stimare il fabbisogno finanziario.

Ieri, il sottosegretario Carlo Dell’Aringa è intervenuto presso l’XI Commissione Lavoro per affrontare la questione dei numeri che coinvolgono l’affaire Quota 96.

Il sottosegretario ha segnalato una discrepanza tra i numeri in possesso dell’Inps e quelli del MIUR e che occorre comprendere con chiarezza quali siano i motivi della significativa differenza. Infatti, l’INPS indica in circa 9.000 dipendenti il numero di beneficiari delle disposizioni, mentre il Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca, ne indica circa 3.500 unità.

Ma precisa che i dati del MIUR si basano su una stima e non – come sembrava in un primo momento – su elementi numerici censiti dal Ministero medesimo.

Fa presente, inoltre, che nei giorni scorsi e, in particolare, nella mattina di ieri, vi sono stati incontri informali tra uffici del Ministero del lavoro e delle politiche sociali, del Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca, del Ministero dell’economia e delle finanze e dell’INPS, diretti a confrontare i diversi sistemi di stima adottati dagli organismi competenti.

Al riguardo, ha affermato che il MIUR sta ragionando su stime che fanno riferimento a un sistema di calcolo statistico, basato su serie storiche verificatesi in coincidenza con i picchi di uscita dal servizio registrati nell’imminenza di grandi riforme previdenziali, utile a immaginare quanti dipendenti, che ne abbiano potenzialmente diritto, vorranno esercitare davvero tale diritto.

Al contrario, fa notare che l’INPS basa i propri calcoli su un meccanismo statistico-attuariale fondato su diversi livelli di approfondimento, incluso il calcolo dei riscatti e dei periodi contributivi esterni o precedenti alla vita scolastica del personale interessato (che il MIUR non è in grado di censire), che dovrebbero consentire di definire in modo piuttosto credibile la platea degli effettivi beneficiari delle norme in esame.

La conclusione?

Ritine plausibile che nei prossimi giorni i tecnici del Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca tengano conto dei rilievi formulati dai responsabili dell’INPS e analizzino ulteriormente le diverse questioni in gioco, auspicando che ciò possa portare all’elaborazione di un documento di analisi di maggiore dettaglio.

Al contempo, segnala che lo stesso Ministero dell’economia e delle finanze non ha ad oggi avanzato possibili stime sugli oneri finanziari, riservandosi di valutare i numeri acquisiti dall’INPS, che è l’organismo competente a fornire i dati ufficiali in materia previdenziale: in proposito ricorda, peraltro, che la Ragioneria generale dello Stato non potrà che calcolare la platea sulla base dei dati forniti e non di mere stime statistiche.

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