Quota 96, Avvocato Naso: “La Corte Costituzionale ha evitato di entrare nel merito per non sconfessare sentenze precedenti. Presto una soluzione legislativa”

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red – Definitivamente chiusa la partita a livello giudiziario, ma ampi margini per una soluzione legislativa: questo in sintesi il parere dell’Avvocato Domenico Naso, uno degli avvocati che ha patrocinato il ricorso di quei Quota 96 che all’atto dell’entrata in vigore della Legge Fornero hanno dovuto rimandare il momento del pensionamento. La speranza è interamente rimessa alla Commissione Lavoro, che proprio oggi valuterà la proposta di legge degli On. Ghizzoni e Incerti.

red – Definitivamente chiusa la partita a livello giudiziario, ma ampi margini per una soluzione legislativa: questo in sintesi il parere dell’Avvocato Domenico Naso, uno degli avvocati che ha patrocinato il ricorso di quei Quota 96 che all’atto dell’entrata in vigore della Legge Fornero hanno dovuto rimandare il momento del pensionamento. La speranza è interamente rimessa alla Commissione Lavoro, che proprio oggi valuterà la proposta di legge degli On. Ghizzoni e Incerti.

Avvocato, ci vuole illustrare la sentenza della Corte Costituzionale nei suoi particolari?

“Per prima cosa sottolineo che non si tratta di una sentenza ma di un’ordinanza attraverso la quale la Corte Costituzionale ha preferito non entrare nel merito per stabilire se la norma Fornero è o no in contrasto con i principi costituzionali”.

Quali sono le ragioni che le hanno consentito di non entrare nel merito?

“Ha osservato la non correttezza del ricorso formulato dal giudice del Tribunale di Siena giustificandola col fatto non tiene in considerazione le ultime modifiche apportate alla legge nel 2012”.

Si tratta dunque di un insuccesso?

“A livello tecnico non è strettamente un insuccesso, ma è come se lo fosse perché a questo punto non vedo soluzioni giudiziarie: nessun giudice potrà prendere decisioni che non tengano in conto il fatto che la Corte Costituzionale ha preferito trovare un escamotage per non entrare nel merito”.

Quindi secondo lei si è trattato di un escamotage?

“Sì, questa è la mia sensazione: entrare nel merito per la Corte avrebbe significato dover prendere una decisione difficile, perché non avrebbe non potuto che accogliere le istanze dei ricorrenti. Ricordo che solo nel 2011 la Corte aveva diramato una normativa in cui si ribadiva la specificità del comparto scuola rispetto al resto del Pubblico Impiego facendola dipendere dall’anno scolastico. Sconfessarla adesso sarebbe un po’ difficile… Dirò di più: nella parte finale dell’ordinanza si legge che non è possibile ricorrere a una sentenza che integri il contenuto del quesito”.

Insomma, la partita è chiusa. A livello legislativo, invece, i giochi non sono ancora fatti…

“Esatto, l’intervento legislativo è ancora in piedi, la proposta di legge che riguarda Quota 96 è più che mai ancora in ballo: l’ordinanza non ha esplicitato la costituzionalità della norma Fornero, quindi il legislatore ha ancora un margine per intervenire e sollevare dubbi sull’opportunità dell’applicazione della legge. Preferisco vedere il bicchiere mezzo pieno”.

Una soluzione per via giudiziaria sarebbe stata tuttavia molto più veloce di quella che prospetta la politica?

“Senz’altro:  se la Corte si fosse espressa a favore di Quota, quindi per una incostituzionalià della legge Fornero, sarebbe fin da subito stato come se la norma non fosse mai entrata in vigore e i 3500-4000 ricorrenti sarebbero potuti andare subito in pensione”.

Quale sarà il prossimo passo per i ricorrenti?

“Per adesso aspettiamo la nuova circolare sui pensionamenti che verrà diffusa tra gennaio e febbraio, poi vedremo. Il problema, come si sa, è la copertura economica, su quella dovrà darsi da fare la politica”.

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