Quota 100, Salvini: 80.000 docenti ed ATA in pensione d’un botto? Non è possibile

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“Se mi dicono che di botto se ne vanno in pensione centomila persone in settori chiave dell’amministrazione pubblica come le scuole e gli ospedali e’ ovvio che non possiamo consentirlo.

Dobbiamo provvedere gradualmente e con giudizio per evitare esodi di massa. Percio’ nell’arco del 2019 ci saranno tre o quattro finestre per procedere a scaglioni”.

Il vice presidente del Consiglio, Luigi Di Maio, ha parlato  di Decreto ad hoc per i dipendenti pubblici, mentre altre fonti giornalistiche hanno scritto che potrebbe trattarsi di un disegno di legge.

Ad ogni modo, molte sono le voci che parlano di possibili penalizzazioni degli impiegati pubblici

Tra le possibili penalizzazioni c’è quella relativa ad un possibile ritardo nel pagamento del TFR. Per quanti opteranno per la quota 100 andando in pensione a 62 anni, si pensa ad un tempo fino a 5 anni per il pagamento del TFR/TFS, pagando la somma al compimento dei 67 anni.

Altra possibile penalizzazione che, a quanto pare, è presente nella bozza del “pacchetto pensioni”, riguarda una finestra di sei mesi per ricevere l’assegno. L’assegno, per quanti aderiranno alla quota 100, sarà consegnato dal primo luglio 2019.

Nella bozza si precisa che a fronte di requisiti maturati dal primo gennaio 2019 “il diritto alla decorrenza del trattamento pensionistico è conseguito trascorsi sei mesi dalla data di maturazione dei requisiti“.

Si tratta ancora di soluzioni possibili e di soluzioni presenti in bozze, nulla di definitivo. Nelle prossime ore avremo sicuramente delle notizie in più.

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