Questionario Invalsi Primaria, domanda su soldi e lavoro. La polemica: scuola azienda sin dalla primaria
Le prove Invalsi continuano a far discutere non solo per la loro valenza ma anche per i contenuti proposti.
Lo evidenzia Massimo Gramellini, in un articolo pubblicato sul Corriere della Sera.
La domanda “incriminata”, proposta alle classi V nell’ambito del questionario studente, è la seguente:
Pensando al tuo futuro, quanto pensi che siano vere queste frasi?:
A. Raggiungerò il titolo di studio che voglio;
B. Avrò sempre abbastanza soldi per vivere;
C. Nella vita riuscirò a fare ciò che desidero; D. Riuscirò a comprare le cose che voglio;
E. Troverò un buon lavoro.
I piccoli studenti potevano rispondere indicando diversi livelli di gradimento: “Per niente, pochissimo, poco, abbastanza, molto, totalmente”.
La domanda, commenta Gramellini, è frutto del condizionamento degli estensori delle prove da parte del “Pensiero Unico Materialista“.
Lavoro e soldi, prosegue Gramellini, sono importanti ma dalla scuola e per i bambini delle elementari ci si aspetta altro:
“Che mi dia gli strumenti culturali per vivere meglio, per cogliere la bellezza in un’opera d’arte, per ammirare un tramonto e non solo una vetrina. Che, almeno alle elementari, mi spinga a fantasticare e a cercare dentro di me il talento unico e irripetibile che sicuramente posseggo, come tutti. Che non faccia di me solo un consumatore compulsivo e uno sbarratore di crocette nei questionari, ma un essere umano completo, capace di abitare la vita nella sua interezza o — come direste voi — totalmente”.