PTOF, consenso informato genitori: le novità ci sono e fanno bene a tutta la scuola

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Giuseppe Bruno Ex Dirigente Scolastico Vorrei offrire il mio contributo in relazione ad alcuni articoli apparsi nei giorni scorsi che hanno espresso posizioni critiche rispetto alla recente Nota Ministeriale n.19534 in merito al fatto che essa non introdurrebbe una nuova disposizione sul consenso informato; posizioni che poggiavano anche sulla sentenza di Cassazione n. 6185 del 10.3.2017.

Le note ministeriali si succedono molto spesso sugli stessi argomenti e questo può dare a volte l’ impressione che a volte ripetano gli stessi contenuti. Ma a ben guardare fra i passaggi dell’ ultima nota del MIUR si riesce a cogliere una novità la cui portata rischia di passare inosservata,
anche a causa del sussistere di una pregiudiziale che impedisce di rendersi conto che la famosa sentenza della Corte di Cassazione è chiaramente in sintonia con la Nota ministeriale del 20 Novembre

Veniamo a due citazioni tratte appunto da detta sentenza.

  1. “Il quadro costituzionale di riferimento pone con chiarezza, in relazione al processo formativo degli alunni della scuola pubblica, una esigenza di bilanciamento e coordinamento tra i diritti e doveri della famiglia e quelli della scuola, i quali peraltro trovano esplicazione nell’ambito dell’autonomia delle istituzioni scolastiche”

2. E’ “certamente ravvisabile un potere della amministrazione scolastica di svolgere la propria funzione istituzionale con scelte di programmi e di metodi didattici potenzialmente idonei ad interferire ed anche eventualmente a contrastare con gli indirizzi educativi adottati dalla famiglia e con le impostazioni culturali e le visioni politiche esistenti nel suo ambito non solo nell’approccio alla materia sessuale, ma anche nell’insegnamento di specifiche discipline, come la storia, la filosofia, l’educazione civica, le scienze, e quindi ben può verificarsi che sia legittimamente impartita nella scuola una istruzione non pienamente corrispondente alla mentalità ed alle convinzioni dei genitori, senza che alle opzioni didattiche così assunte sia opponibile un diritto di veto dei singoli genitori”

Vediamo.

Mentre nella prima affermazione della sentenza è chiaro che è demandato al funzionamento delle Autonomie scolastiche l’esigenza costituzionale del bilanciamento dei diritti e dei doveri della Famiglia e quelli della scuola; nella seconda citazione della sentenza si mette solo in evidenza, in relazione col caso specifico esaminato (si chiedeva sospensione  dei corsi e pagamento danni da parte della scuola al genitore), come la scuola abbia il potere istituzionale di svolgere programmi (termine ormai desueto, per comodità intendiamoli come corsi o attività didattiche) e metodi che possano essere in contrasto con la mentalità e le  convinzioni della Famiglia senza che questa abbia il potere di veto.

Appare evidente come tra le due quella più probante al caso della Nota ministeriale in esame sia la prima e non l’ultima: infatti il consenso informato del Genitore a cui fa riferimento la Nota non si configura assolutamente come diritto di veto, che certo egli non può esercitare, a far svolgere alla scuola un corso deliberato e inserito nel PTOF della scuola, ma come suo diritto costituzionale a non far frequentare al figlio detto corso da lui non condiviso nell’ambito di quell’ esigenza di bilanciamento voluta dalla costituzione che la scuola è tenuta a garantire in base alla prima citazione su riportata della Sentenza nell’ambito della sua organizzazione del servizio scolastico.

Come logica conseguenza, quindi, ne deriva che se la scuola non ha fatto di tutto per bilanciare questo equilibrio il genitore è legittimato in qualsiasi momento a non far frequentare al figlio anche un corso inserito nel curricolo di Istituto se è da lui non condiviso.

La Nota ministeriale n.19534 quindi lungi dal non cambiare nulla dal punto di vista normativo, come sostenuto da alcuni viene a colmare e dare ordine appunto ad una normativa che si è rivelata di fatto lacunosa e incoerente finora nella sua applicazione. Essa stabilisce che da questo momento in poi proprio questo bilanciamento di cui parla la sentenza venga realmente attuato e non resti solo sulla carta come fino ad ora è stato. A tutto questo mira la Nota ministeriale: a stabilire questo principio per evitare, tra l’altro, che si continuino a verificare nelle scuole casi, come i tantissimi adeguatamente documentati e segnalati al MIUR in questi ultimi anni, di corsi o attività didattiche che hanno inserito all’insaputa dei genitori approcci a realtà sensibili come l’educazione sessuale, affettiva, sentimentale che dir si voglia o al rispetto delle diversità sessuali, ispirati a ideologie di parte quindi, tra l’altro, irrispettose del pluralismo democratico che la scuola è tenuta a garantire.

Dire che aver scelto la scuola significa avere sottoscritto il PTOF in tutto e per tutto sappiamo tutti benissimo che è solo una affermazione formale: 1) perché sappiamo benissimo che la stragrande parte dei genitori sceglie la scuola in base alla idea che se ne è fatta e dei professori di ruolo che vi insegnano o perché hanno fiducia nel dirigente scolastico; il PTOF forse non sanno bene neanche cosa sia e quali vincoli ponga; 2) perché il PTOF. quasi sempre espone le attività didattiche previste, anche per giustificare necessità organizzative, in modo generico senza entrare nel merito delle modalità con cui le attività saranno svolte e della credibilità di eventuali soggetti esterni alla scuola che poi vengono scelti a collaborare. Questo spiega la frase della Nota:

Comunque, tutte le attività didattiche inserite nel PTOF, anche ove aggiunte in corso d’anno, devono essere portate tempestivamente a conoscenza delle famiglie, o degli studenti se maggiorenni.

Anche il PEC a cui si fa riferimento e di cui era in corso una revisione normativa o qualsiasi altra nuova forma di organizzazione amministrativa scolastica non può non passare attraverso una reale e non solo formale partecipazione di una della componenti fondamentali della Comunità Scolastico-Educativa, quella dei genitori, se la scuola italiana vuole continuare a definirsi democratica.

Quindi nonostante possibili letture parziali la nota è innovativa e fondamentale per il corretto e democratico funzionamento delle istituzioni scolastiche autonome. Nel rispetto delle medesime, essa di fatto demanda ad esse l’adempimento pieno di quanto attraverso essa raccomandato.

Attività PTOF non obbligatorie, Miur: serve consenso genitori

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