Prove Invalsi mero quiz a premi. Mozione del Marignoni Polo di Milano

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Mozione presentata e condivisa dal Collegio docenti dell’Istituto Marignoni Polo di Milano.

“Come docenti, in generale, e di Lettere, nello specifico, sentiamo la necessità ancora una volta di esprimere il nostro più totale disappunto nei confronti di una prova che sta diventando sempre più invasiva nella scuola pubblica italiana.

Pertanto, sentiamo l’obbligo morale e civile di esternare e ribadire il perché di tale disappunto e disapprovazione globale della prova stessa, sia in generale che nel specifico del nostro istituto scolastico.

Crediamo di interpretare il pensiero di molti docenti, anche se non di tutti, evidenziando come l’approccio didattico alla base degli Invalsi sia un approccio diametralmente opposto ai principi costituzionali della Scuola pubblica italiana, principi che tengono conto della sfera sociale, culturale e affettiva dell’allievo, principi che riguardano la democrazia della formazione, il diritto per TUTTI ad una formazione, principi sanciti dalla nostra Costituzione.

Tutto ciò vuole essere sostituito da una ASETTICA PROVA OGGETTIVA che vorrebbe misurare il livello di conoscenze e competenze, ma che, nei fatti, misura solo il grado di INCOMPETENZA di chi ha pensato e ha strutturato delle prove simili.

Queste prove, oltre ad essere molto complesse, si prestano a interpretazioni  e quindi non sono per nulla oggettive.

Spesso si trovano incongruenze e risultano difficili anche per persone con un alto grado di formazione.

Le prove Invalsi, inoltre, mortificano la didattica, perché, per non fare “brutta figura” le scuole si preparano ad essa, sottraendo ore ed ore alla programmazione e, così facendo, la scuola viene ridotta ad un MERO QUIZ A PREMI.

Persino i criteri di correzione sono INGIUSTI, perché molte risposte corrette vengono reputate scorrette, perché rientrano in una batteria di domande per le quali, se se ne sbaglia solo una su cinque, tutta la risposta è considerata errata.

Pensiamo soprattutto ad Italiano (ma crediamo che lo stesso discorso valga per Matematica) disciplina nella quale ha perso importanza l’elaborato del tema, a favore della comprensione del testo, di una prova completamente decontestualizzata e che dev’essere svolta in soli 90 minuti.

Infine, ma non per importanza, gli alunni disabili.

Parliamo di una scuola inclusiva, equa, adatta ad ogni individuo e  poi ci ritroviamo che la disabilità non rientra nel sistema di valutazione Invalsi, per non incidere  e “rovinare” il risultato della scuola?

Meno male che la formazione dei docenti è piena di pagine dedicate alla teoria delle “intelligenze multiple” di Gardner, che va in una direzione opposta a quella degli Invalsi, dove di intelligenza, se c’è, ce n’è soltanto UNA.

E CONTINUIAMO: gli INVALSI non rispettano l’identità e la privacy degli studenti, perché comunque il nome è tracciabile: ma se si vogliono misurare le competenze e le conoscenze, perché richiedere il nome?

Addirittura abbiamo visto che la Riforma scolastica ha introdotto la prova Invalsi anche in quinta!Dove si arriverà? Si arriverà ad una situazione tale per cui le Università richiederanno la prova Invalsi per l’iscrizione e così si allargheranno i numeri chiusi e verrà negata la possibilità di studiare a migliaia di studenti svantaggiati, che magari devono lavorare per studiare e si restringerà la divulgazione del sapere e il diritto all’istruzione, BASE DELLA NOSTRA COSTITUZIONE!

Infine, gli Invalsi esasperano la competizione, sia tra studenti che tra insegnanti, SI, perché gli Invalsi servono anche a misurare il grado di competenza degli insegnanti.

Che dire allora della nostra scuola? Che siamo un branco di insegnanti incapaci? visti i risultati!

E invece no, sappiamo che i nostri ragazzi, quando escono da questa scuola, si inseriscono nel tessuto sociale e lavorativo!Non è forse questo il vero risultato che dovrebbe essere MISURATO?

E qui entriamo nello specifico della nostra scuola.

Ci chiediamo: “Chi sarebbe disponibile a fare una prova invalsi nelle Filippine, dopo 1 o 2 anni di permanenza?”

Sappiamo bene che capita spesso di dover inserire in una seconda studenti neoarrivati di 17/18 anni, perché per ragioni di età non possono essere inseriti in Prima elementare, anche se, per quanto riguarda la conoscenza della lingua, devono essere considerati dei principianti assoluti.

Molti di questi alunni raggiungono un livello di Interlingua che consente loro di comunicare, ma non di affrontare i quesiti delle prove Invalsi.

Per tutti questi motivi (e per altri ancora) contestiamo e ci opponiamo in maniera totale a questo tipo di prova, non perché rifuggiamo dal voler misurare le nostre o le competenze altrui, ma perché ciò che ci preme misurare è il livello di inclusione, di equità, di formazione esistente nella scuola e ancora perché crediamo che l’obiettivo di una Scuola Pubblica sia quello di formare il cittadino, dandogli gli strumenti critici per diventare, un domani, un individuo competente e in grado di leggere il mondo in cui vive e non per farlo diventare un numero facente parte di una massa acritica.

Pertanto, ci sembra molto inquietante la revoca dello sciopero e quindi non possiamo che unirci agli studenti, appoggiando il loro sciopero in una giornata come questa, perché solo loro, oggi, si possono sottrarre ad una prova così inutile e ingiusta.

La maggioranza dei docenti del “Marignoni Polo” “

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