Prova INVALSI obbligatorie? Ancora un intervento sul ruolo dei collegi docenti

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L’intervento dell’avvocato di Stato Paolucci, che ha fatto il giro del web e non solo, volto a dimostrare che i collegi docenti non possono deliberare contro lo svolgimento delle prove INVALSI, non ha una univoca interpretazione.

L’intervento dell’avvocato di Stato Paolucci, che ha fatto il giro del web e non solo, volto a dimostrare che i collegi docenti non possono deliberare contro lo svolgimento delle prove INVALSI, non ha una univoca interpretazione.

In redazione è infatti giunta l’email di un docente, Francesco Mele, che sostiene una diversa interpretazione dell’intervento dell’avvocato Paolucci, il cui testo è pubblicato nella sua interezza dal sito ItaliaScuola.

Anzi, il Mele sostiene che lo stesso avvocato ha dubbi sull’effettivo divieto per i collegi di non poter deliberare, e la prova è nel titolo stesso "Le prove Invalsi sono obbligatorie per le scuole ?", un quesito che non troverebbe nel testo dell’avvocato una soluzione certa ed univoca.

In particolare, il Mele sostiene che "Intanto l’intervento dell’avv. Paolucci è dell’11 giugno 2009. Un intervento già fuori tempo visto che si colloca prima della dir 67/10 riguardante "gli obiettivi generali delle politiche educative nazionali di cui l’INVALSI dovrà tener conto per lo svolgimento della propria attività istituzionale per l’anno scolastico 2010/2011" e la nota Prot. N. 3813 AOODPPR /USC del 30.12.2010 con cui vengono impartite istruzioni ai direttori regionali circa lo svolgimento delle prove INVALSI per l’AS 2010-2011".

Affermazioni della Paolucci, quindi, fuori tempo per il Mele, "oggi la questione che poniamo – afferma – è un’altra e cioè che le scuole/i docenti, non sono obbligate alla collaborazione, come chiede per la prima volta la nota MIUR 3813/10. E cioè non sono tenute né a tagliare ore della loro programmazione curriculare né offrire gratuitamente tempo-lavoro dei propri docenti per la causa INVALSI."

E secondo il Mele la stessa Paolucci ci viene in aiuto scrivendo "Paradossalmente, l’INVALSI potrebbe, volendolo, "scavalcare" completamente le istituzioni scolastiche nella realizzazione della propria funzione istituzionale, decidendo di somministrare le prove in un "luogo" diverso dalle sedi e dai plessi scolastici: una simile scelta sarebbe più "complicata" dal punto di vista organizzativo e certamente più costosa, ma sarebbe compatibile con la normativa sopra ricordata."

"Ebbene, – conclude il Mele – la tesi dei Collegi che non ci stanno è proprio questa: che ci pensi l’INVALSI a svolgere le prove in luoghi e orari diversi da quelli curriculari e usando proprio personale, laddove le scuole non dovessero
dichiararsi disposte a collaborare, proprio come dice l’avv. Paolucci."

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