Protezione dei dati personali, cambiano regole: dal rendimento scolastico a filmati e foto sul sito. Scuole dovranno avere un “data protection officer”? Si attendono indicazioni dal Ministero

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Il nuovo Regolamento UE 2016/679, in materia di protezione dei dati personali, ha introdotto delle novità per quanto riguarda diritti e garanzie che Pubbliche Amministrazioni ed Imprese private devono assicurare ai cittadini.

Il Garante per la Privacy ha elaborato una prima guida sulle principali innovazioni introdotte e fornisce utili indicazioni circa gli adempimenti previsti dalla normativa europea già in vigore dal 24 maggio 2016 e che sarà pienamente operante dal 25 maggio 2018.

Saranno più rigorose le modalità per la protezione dei dati in possesso degli Enti pubblici e privati e sull’uso degli stessi. E’ prevista anche la figura del “data protection officer”, un professionista capace di controllare e coordinare le politiche della privacy adottate dall’Ente pubblico o dall’Impresa.

Attendiamo dal MIUR direttive sull’applicazione alle scuole della normativa europea e delle linee guida del Garante, perché nelle scuole di ogni ordine e grado vengono trattate giornalmente moltissime informazioni sugli studenti, sulle famiglie, sulla loro situazione sociale, sugli accertamenti delle disabilità, ecc. e il nuovo Regolamento Europeo sulla Privacy introduce nuove e stringenti regole che trovano diretta applicazione anche negli Istituti Scolastici.

Una non corretta comunicazione contenente dati sensibili su un minore, un riferimento inopportuno al suo rendimento scolastico, la pubblicazione di foto e filmati sul sito web della scuola, potrebbero rivelarsi una violazione delle norme sulla privacy e della riservatezza dei dati, con conseguenti sanzioni per i Dirigenti scolastici e dei DSGA, rispettivamente titolari e responsabili del trattamento dei dati.

Potrebbe, ad esempio, diventare una prassi nelle scuole la valutazione d’impatto sulla protezione dei dati, prevista dall’art. 35 del regolamento europeo, per monitorare la raccolta di dati personali che avviene attraverso l’uso oramai diffuso nelle scuole di lavagne e registri elettronici, tablet, classi 2.0, aule 3.0, app per l’apprendimento e servizi digitali per gli studenti.

La prima guida applicativa del Garante

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