A proposito dei furbetti del “potenziamento”. Lettera in redazione

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Sono insegnante di Filosofia e Storia in un liceo e mi trovo totalmente d’accordo con quanto scritto da Anna Angelucci.

Il “potenziamento”, adesso entrato a pieno titolo nell’organico dell’autonomia, ha distrutto il contratto collettivo nazionale di lavoro ben più della famigerata Brunetta. Nel dare un potere discrezionale ai DS su questa materia ne ha permesso un uso doppio.

Lo strano Giano bifronte può essere utilizzato da una parte come “punizione” nei confronti dei docenti scomodi che vedono le loro cattedre smembrate e si vedono costretti a fare ore ed ore di supplenze. Dall’altro, invece, è diventato oggetto di premio e di divisione dei docenti: alcuni fortunati si possono permettere di non fare (in parte) le faticose ore frontali riciclandosi in progettini molto aleatori o in generiche collaborazioni con i dirigenti che colmo del colmo verranno spesso pagate nuovamente con i fondi FIS o con il Bonus docenti al quale non attingeranno, invece, i malcapitati insegnanti che faranno solamente e seriamente il proprio dovere in classe. A ciò va aggiunto il fatto che chi fa potenziamento impegnato in attività organizzative non ha consigli di classe, GLIC, ricevimenti genitori,….

Si tratta di un obbrobrio morale e giuridico con il quale si dice che tutti i docenti sono uguali ma alcuni lo sono più di altri.
Pensare che le ore di potenziamento siano uguali alle ore di cattedra vuol dire che se esse servono (come spesso accade e come previsto dalla legge) per attività organizzative o progettuali ne dovrebbe discendere di conseguenza che anche chi ha ore sole curriculari e si trovasse nella condizione di organizzare un progetto quelle ore dovrebbero essere pagate 35 o 50 euro e non 17,50 come invece prevede ancora la legge. E’ come se per una stessa cosa ad alcuni si pagasse una cifra e ad altri il doppio di essa.

Dei sindacati seri, purtroppo spesso complici di questo sfascio, dovrebbero mettere il dito nella piaga di tali incongruenze e credo che se un docente facesse una vertenza su questo punto otterrebbe piena ragione. Il contratto è stato smontato pezzo a pezzo.

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