Pro-bonus, no-bonus: due lettere in redazione

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red – Sono numerose le email che giungono in redazione relativamente alla proposta di un bonus di 40 punti per coloro che non chiederanno il trasferimento nella graduatoria di un’altra provincia. Per ovvie ragioni non possono essere tutte pubblicate. Ne abbiamo scelte due, una a favore del bonus e una contro, nel tentativo di consentire pari trattamento ad entrambe le parti.

red – Sono numerose le email che giungono in redazione relativamente alla proposta di un bonus di 40 punti per coloro che non chiederanno il trasferimento nella graduatoria di un’altra provincia. Per ovvie ragioni non possono essere tutte pubblicate. Ne abbiamo scelte due, una a favore del bonus e una contro, nel tentativo di consentire pari trattamento ad entrambe le parti.

Le ragioni del bonus e la finta guerra del nord contro il sud. Lettera di un docente meridionale

Marco De Marchi – La questione che in queste ore interessa decine di migliaia di docenti è quella relativa al bonus proposto da un emendamento bipartisan Lega – PD, per attribuire un punteggio aggiuntivo a chi decide di permanere nella provincia scelta nel 2007. Questo emendamento nasce dalla volontà di alcuni partiti di difendere chi da anni permane in una specifica provincia tanto del nord quanto del sud, in attesa dell’agognato ruolo. Poiché il Miur ha deciso di riaprire le Gae concedendo la possibilità di trasferimento libero a tutti quelli che ne hanno fatto richiesta, questo comporterà inevitabilmente lo stravolgimento di intere graduatorie scolastiche, che vuol dire di intere vite e famiglie.

Famiglie di docenti che non sapranno se dopo anni di immensi sacrifici potranno conservare un posto di lavoro, e famiglie di alunni, che non sapranno se l’anno prossimo potranno coltivare la speranza di continuare ad avere almeno parte
degli stessi insegnanti che hanno seguito i loro figli in un percorso di crescita umana e culturale, di per sé, molto complicato.

Adesso la proposta del bonus di certo non allevia l’entità del problema, ma quanto meno permette di difendere in parte, tutte quelle famiglie che dal 2007 ad oggi hanno fatto una scelta convinti che fosse l’ultima, definitiva traslocazione di
pacchi e figli in attesa del definitivo ruolo. Dopo quattro anni qualcuno ci viene a dire che quella scelta non vale più, perché un cavillo ha definito quella legge incostituzionale. Con grande rammarico abbiamo appreso dell’apertura delle gae col trasferimento indiscriminato, senza alcuna logica di razionalizzazione del trasferimento stesso, e ancora, qualcuno dice che anche il bonus è fuori legge, qualsiasi cosa sia pensata e proposta per dare un po’ di stabilità al mondo della scuola è fuori legge. Io sono un docente meridionale, che ho sempre seguito le leggi dello stato, e mai nessuno potrà permettersi di dirmi che sono un fuori legge, e il mio diritto al lavoro va salvaguardato come quello di tutti gli altri.

Nel 2007 tutti abbiamo fatto una scelta giusta o sbagliata che fosse, l’abbiamo fatta, e con noi l’hanno fatta mogli figli e mariti, e adesso non vale più nulla. Non si può ragionare in questi termini, perché il mutuo della mia casa l’ho fatto seguendo la legge, ho iscritto mio figlio al nido seguendo la legge, ogni mattina mi alzo alle sei seguendo la legge, pago le tasse fino all’ultimo centesimo seguendo la legge, ho sempre lavorato nella scuola pubblica statale seguendo la legge, e ossequiando ogni cavillo legislativo. Io sono un docente meridionale, e il bonus di permanenza in graduatoria serve a me alla mia famiglia per continuare a vivere secondo la legge di questo stato. È stato concesso il trasferimento a tutti, adesso che ci sia tutela per tutti coloro che seguendo una legge dello stato, hanno fatto delle scelte, maturato diritti, aspettative, e soprattutto il mio posto di lavoro deve essere tutelato al pari degli altri. E che la si smetta di parlare di guerra nord contro sud. È l’ennesimo colpo basso di quanti si nascondono dietro un dito. Il problema vale per il docente di Enna che teme di essere scavalcato in graduatoria dal collega di Catania, come quello di Monza che verrà scavalcato dal collega di Milano. Se poi volgiamo continuare a fare retorica che lo si faccia pure, ma io, meridionale al nord, non ci sto a subire le ingiurie quotidiane di quanti continuano in questa scellerata logica.

Bonus inutile se dato a tutti. Meglio trasferirsi

Antonella Sannazzaro – Sono una precaria del sud che avrebbe voglia di buttare tutto alle ortiche e rinunciare per sempre a quello per cui ha investito e lottato per un decennio.
Anche successivamente all’invio della domanda di aggiornamento delle graduatorie non c’è certezza di niente, si susseguono notizie contrastanti e allarmanti, tra cui l’ultima trovata dell’on. Pittoni di dare un bonus di 40 punti a tutti coloro che non cambiano provincia, per tutelare i diritti di coloro che lavorano al nord. Con tutto il rispetto per i miei colleghi del settentrione, credo che il motivo della difficile scelta di emigrare degli insegnanti del sud sia dovuta ai tagli devastanti che l’attuale governo ha effettuato in questo ultimo triennio, negando la possibilità a costoro di continuare ad insegnare nella loro terra.

Quando nell’aggiornamento del 2007 noi insegnanti del sud scegliemmo di rimanere a casa nostra fu perché non immaginavamo che, nell’arco di tre anni, non avremmo più lavorato.
Voglio inoltre precisare che le SISS furono istituite con accesso a numero chiuso su posti programmati e tutti coloro che hanno investito su questa scelta, con la prospettiva di un sicuro lavoro, sono stati ingannati.
Non si può pretendere, dopo aver investito tempo e danaro, che si cambi lavoro, ammettendo che fosse possibile e neanche far subire l’ulteriore violenza di essere costretti a continuare a non lavorare in cambio di 40 punti che non si saprebbe come spendere nelle graduatorie di permanenza.

Questo bonus per chi non lavora a casa propria non serve a nulla: 40 punti in più sono per tutti nella graduatoria di appartenenza, così non si lavorava e non si continuerà a lavorare. Al contrario, spostarsi in un’altra graduatoria vorrebbe dire essere sorpassati da tutti coloro che già vi appartenevano e non lavorare. Siamo stanchi della raccolta punti! Abbiamo famiglia, figli. Vogliamo lavorare! Vogliamo i contributi! Vogliamo vivere dignitosamente!
A questo punto, se il governo vuole salvare tutti, restituisca i posti tagliati in modo che ognuno possa rimanere nella sua amata terra, senza scatenare una nuova guerra fra i poveri.
Mi pare che sia già abbastanza aver bloccato le graduatorie per tre anni e obbligato i nuovi immessi in ruolo alla permanenza per cinque anni nella stessa provincia.

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