Precariato scuola: non basta la laurea, non basta l’abilitazione, non basta il superamento di un concorso e l’esperienza è rischiosa! Lettera

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E siamo a meno trentacinque.

Il conto alla rovescia è iniziato.

È anche iniziato l’undicesimo anno di carriera; mi piacerebbe contare a quanti studenti ho provato ad insegnare qualcosa. Essere d’esempio per loro, a volte anche mettendo da parte la matematica o la fisica, non è facile quando ci si propone come uno che, nonostante abbia svolto tutti i compiti assegnati, d’estate torna ad essere un disoccupato che spera di ricominciare con le supplenze a settembre.

Ecco, quest’anno ci hanno tolto anche questa speranza, perché da quest’anno ogni giorno di supplenza è un granellino che scende nella clessidra, un inesorabile conto alla rovescia, fino al divieto di essere ancora supplenti. Altri trentacinque mesi di supplenze, e non ho voglia di conoscere la data di scadenza. Anzi, per fortuna che a giugno ci licenziano!

Il tempo corre, e i tempi cambiano.

Un tempo, con la laurea, passavi il concorso ed entravi di ruolo.

Poi la laurea non è bastata più, ma prendevi l’abilitazione ed entravi di ruolo.

Ad un certo punto l’abilitazione non è più valsa e sono tornati i concorsi per gli abilitati.

Con laurea e abilitazione, e mettiamoci pure i dieci anni di lavoro per il regno, non c’è stata scelta: il concorso.

Nuovo concorso però, diverso dai precedenti. Devi anche conoscere una lingua straniera e devi scrivere a macchina sei risposte, ognuna da ottantamila caratteri al massimo (più o meno cinquanta pagine) in circa quindici minuti. Se sei fortunato e hai scritto tra uno e ottantamila caratteri sensati per chi corregge, superi lo scritto.

Poi la prova di laboratorio a fine luglio e l’orale a fine agosto, mentre sei disoccupato e implori invano l’INPS di sostenerti. Ancora aspetto. Un’estate memorabile.

E ancora aspetto da tre mesi di sapere se sono rientrato tra i vincitori o tra i fantasmi. Sì, fantasmi, perché se non sei tra i vincitori, o sei bocciato perché non hai superato il concorso, normale, o sei bocciato avendo superato il concorso! Per saperlo devi seguire una procedura piuttosto contorta, anche perversa direi: ti dicono quanto sei bocciato dopo un mese e poi puoi presentare un reclamo entro sessanta giorni, di cui trenta già trascorsi. Se rientri tra i bocciati devi aspettare il prossimo concorso, che arriverà quando i trentasei mesi saranno passati, e quindi intanto ti avranno cacciato da scuola. La simpatia più grande si manifesta se sei uno che ha superato il concorso e risulta bocciato in quanto non vincitore, ma qualcuno dei vincitori rinuncia all’assunzione: niente, rimani bocciato perché adesso non si scorre più con le graduatorie, rimani un fantasma. Anzi un fantasmino, quei piccoli calzini che proteggono il piede ma non godono nemmeno della dignità nell’apparire. I docenti sono un po’ dei fantasmini, trattati con i piedi. Il nuovo concorso.

Insomma siamo alla fase in cui non basta la laurea, non basta l’abilitazione, non basta manco il superamento di un concorso e l’esperienza è rischiosa!

Eppure a scuola gli studenti sono senza docenti. E loro, quelli italiani, pur non essendo forti in matematica, calcolano quanto convenga investire sulla cultura.

Un tempo mi sentivo pigrecomezzi.

Ora un po’ meno: pigrecoterzi, ma con l’età che avanza è sempre più faticoso chinarsi.

Gerardo Duni

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